Arcore, non passa il piano ex-Falck: terremoto nel centrodestra
La fine di un ciclo. Nella serata che avrebbe dovuto essere il punto d’approdo dei cinque anni di governo di questa amministrazione si è giunti all’esatto contrario. Le defezioni di tre consiglieri di maggioranza, tra cui Ambrosini, e l’uscita dalla sala di tutta l’opposizione, hanno impedito che il progetto di restyling dell’area ex-Falck potesse essere approvato. Ma questa bocciatura è solo la manifestazione esterna di un problema interno alla maggioranza che ha radici ben più profonde.
Dieci consiglieri presenti su ventuno: non c’è il numero legale per poter procedere con il consiglio comunale. La seduta, secondo le previsioni di tutti, avrebbe portato senza problemi all’approvazione del piano Devero sulla Falck e del bilancio di previsione 2011. Invece l’assenza del capogruppo Pdl Claudio Chetta, trattenutosi a Roma, il ritardo della consigliera Iana Morozova, e l’uscita strategica del presidente del consiglio comunale Alessandro Ambrosini, in rottura totale con il suo ex partito, hanno fatto saltare il banco del centrodestra: a quel punto la defezione dei consiglieri di minoranza è stata inevitabile, ed il segretario si è visto costretto ad annullare la seduta. Immediati gli attacchi al leader di PopArc Ambrosini, accusato di essere «un traditore ed un ricattatore», ma non sono mancati gli inviti ad un esame di coscienza all’interno dello stesso Pdl: «Arrivare all’ultimo giorno valido – hanno commentato alcuni consiglieri – e farsi trovare impreparati è davvero una figura misera», tesi condivisa in pieno anche dall’opposizione. Dalla fine del consiglio è però cominciato lo psicodramma collettivo del centrodestra. Il più caldo è Bertani, principale fautore del progetto Devero, che ne ha per tutti: dai suoi colleghi di partito, definiti «incompetenti ed inadatti al ruolo», ad Ambrosini, «irrispettoso verso qualsiasi autorità e privo di riconoscenza». Bertani, che in mattinata dovrebbe rassegnare le dimissioni da assessore all’Urbanistica, ha puntato il dito sulle fratture interne alla coalizione ed al Pdl, additando questa spaccatura come responsabile principale del fallimento di un piano «che avrebbe portato enormi vantaggi alla comunità di Arcore».
Salta l’ex-Falck, salterà, forse, la previsione di bilancio, insomma il centrodestra deve essere rinnovato e gli stessi membri ne prendono atto: «È il fallimento di un progetto politico, se di progetto si può parlare – ha spiegato un’assessore – Tutto soggiogato ad interessi personali e voglie di rivalsa,bisogna ripartire da zero». Un tracollo testimoniato dalle liti e i battibecchi che si sono creati dal momento in cui è sfumato il sogno di approvare il progetto della serata: le accuse del Pdl alla Lega di aver bloccato troppe volte l’iter amministrativo, la risposta del Carroccio, la ricerca di un capro espiatorio in Ambrosini, l’autoaccusa finale, tutti segnali che «il sistema era prossimo alla fine». Alcune voci parlavano delle possibili dimissioni del sindaco Marco Rocchini, ed il passaggio del ruolo nelle mani di Moreno Firmo, ma forse si tratta solo di fantapolitica. L’ultimo scoglio da superare prima delle elezioni è il bilancio, oltre all’affaire Doneda, ma con il mancato inserimento degli oneri di Devero sarà difficile portare in consiglio un prospetto valido.