Aiuto…il mio cane non sale in macchina!

cane-autoComprare un cucciolo o adottarlo è un gesto che viene naturale all'uomo per merito della sua natura di avvicinamento a ciò che è piccolo e batuffoloso. Quando invece si adotta un cane all'interno di un canile si fa un gesto d'amore e forse anche di più. A volte siamo frenati dal visitare, ma soprattutto dall'adottare, canili a causa di stereotipi quali "Il cane lo prendo cucciolo cosi lo cresco come voglio", "Ha già due anni e non si affeziona più", "E' vecchio e non impara!", " Chissà che problemi ha!". Hanno un fondo di verità tutte queste affermazioni ma proviamo a fare "un salto oltre la siepe".


cane-autoComprare un cucciolo o adottarlo è un gesto che viene naturale all’uomo per merito della sua natura di avvicinamento a ciò che è piccolo e batuffoloso. Quando invece si adotta un cane all’interno di un canile si fa un gesto d’amore e forse anche di più. A volte siamo frenati dal visitare, ma soprattutto dall’adottare, canili a causa di stereotipi quali “Il cane lo prendo cucciolo cosi lo cresco come voglio”,Ha già due anni e non si affeziona più”, “E’ vecchio e non impara!”, ” Chissà che problemi ha!”. Hanno un fondo di verità tutte queste affermazioni ma proviamo a fare “un salto oltre la siepe”.

Spesso le storie dei cani presenti nelle strutture di ricovero sono allucinanti: molti arrivano da maltrattamenti, molti vengono accalappiati, altri nascono allo stato ferale. Nella mia esperienza di educatore ho collaborato con molte famiglie adottanti cani dal canile e in quasi tutti i casi sono storie finite bene perché l’amore che il proprietario dona e che il cane ricambia è puro e sincero.

Voglio raccontarvi una storia che ho seguito personalmente più o meno due anni fa.

Al mio telefono arriva una richiesta piuttosto strana riguardo Maggie, cucciolina di 1 anno meticcia di Labrador, giocosa e serena ma con un piccolo neo: NON SALE IN MACCHINA!.

La storia di Maggie è molto strana come il suo problema.

Maggie è stata trasferita da un canile del meridione in un canile della Lombardia. All’inizio della consulenza la sua storia non sembra tanto diversa da altre ma verificando la salita e la discesa della macchina mi accorgo che è un problema ben più serio. Di solito questo comportamento lo riscontro in cani che non sono mai saliti su un bagagliaio o cani che stanno male viaggiando e che di conseguenza hanno associato a qualcosa di negativo gli spostamenti in auto. Ciò che mi risulta strano durante la consulenza è che Maggie non solo non sale in macchina ma non entra neanche in casa: dorme fuori non per scelta dei proprietari ma proprio perché non entra in casa.

Mi prendo qualche giorno per recepire informazioni precise dall’associazione che si è interessata del suo trasferimento dalla Sicilia alla Lombardia e vengo a conoscenza che, per sfortuna, durante lo scarico dalla stiva dell’aereo la gabbia con all’interno Maggie era caduta da due metri di altezza.

Per fortuna l’incidente non ha leso l’incolumità di Maggie ma purtroppo il trauma le ha causato paura dei posti chiusi e da cui non può scappare o uscire di sua spontanea volontà.

A questo punto comunico ai proprietari, quanto appreso e propongo loro un programma di lavoro con tempi lunghi e percentuali di riuscita medio bassi.

Il mio maestro, Aldo LaSpina, mi ha sempre detto :” Se vuoi capire come pensa un cane, immedesimati in lui!”. Tutte le tecniche conosciute, le metodologie applicative, le invenzioni non avrebbero funzionato perché il problema era interiore, emotivo e perciò solamente resettando la memoria di Maggie avremmo potuto fare qualcosa per lei.

Non è stato possibile ovviamente tutto ciò!

Il problema di Maggie era fortemente vincolante per i proprietari perché non potevano andare dal veterinario, non potevano farsi un week-end con il proprio cane.

Ciò che è stato fatto è stato un grande sforzo , un grande atto d’amore nel comprendere i problemi di Maggie ed affrontarlo senza fretta, senza insistere con la macchina ma aspettando, grazie alla fiducia, alla relazione che si è costruita nel tempo e nella convivenza, che Maggie cominciasse soltanto a guardare la macchina da 10 mt. Con il tempo e l’esercizio dopo 8 mesi Maggie è riuscita non solo a salire in macchina ma a venirmi a trovare al campo e farsi fare tante coccole.

E’ una bellissima storia che conservo nel mio cuore perché siamo riusciti a dare una possibilità a Maggie che oggi è una cagnolina felice ed amata e che segue i suoi proprietari ovunque!

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