Lissone, braccio di ferro Lega-CL. La maggioranza scricchiola
La scena politica lissonese è, con buona pace delle dichiarazioni di facciata e delle conferenze stampa congiunte, un ring. All’angolo destro la Lega Nord, campione in carica, e all’angolo sinistro il Pdl, corrente Cl, prima pedina azzurra da sacrificare nella corsa alle prossime comunali.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ha questo deve avere pensato Massimo Franceschini, assessore al Bilancio in quota Cl, che dal blog del partito ha bombardato i padani, rei, a suo avviso, di vedere complotti e tresche politiche (si era parlato di un presunto flirt tra Pdl e opposizioni, ndr) al limite dell’ossessione e di alimentare la cultura del sospetto senza fare gli interessi della collettività.
Una bomba che, com’era prevedibile, ha trovato una salda e altrettanto bellicosa replica in quel del Carroccio, attraverso un’inequivocabile missiva, indirizzata al coordinatore del Pdl cittadino: «A Lissone sono anni che Cl attacca subdolamente la Lega e crediamo che abbiano cercato con gli stessi mezzi di farci litigare più volte ma abbiamo capito fin da tempi lontani il loro gioco. Non si riesce più a capire se il Pdl lissonese sia completamente fagocitato da Cl, egemone e preponderante, è chiaro che la campagna elettorale sia già partita ma per singole schegge nell’ambito del Pdl».
Il rilancio padano, aggressivo e incalzante, ha innescato la doppia reazione azzurra, da un lato la corrente ciellina, «offesa e amareggiata profondamente dalle considerazioni e insinuazioni della Lega Nord, che mettono in discussione anni di sincera amicizia», e dall’altra la replica ufficiale del Pdl, che prima bacchetta il Carroccio, «reazione eccessiva e infondata» e quindi si dice «disponibile a un incontro chiarificatore, al fine di proseguire serenamente l’azione di governo».