Lambro, un anno dopo. Ripercorriamo il clamoroso attentato al nostro fiume

lambro-petrolioÈ passato ormai un anno, un anno da quella notte, terribile e fatidica, un anno da quando l'alterazione di mani tuttora ignote consegnò alle acque del fiume Lambro circa 2,5 milioni di litri di idrocarburi.


lambro-petrolioÈ passato ormai un anno, un anno da quella notte, terribile e fatidica, un anno da quando l’alterazione di mani tuttora ignote consegnò alle acque del fiume Lambro circa 2,5 milioni di litri di idrocarburi.

La ricostruzione degli inquirenti ha stabilito che circa alle 3.30 della notte tra lunedì 22 e martedì 23 febbraio 2010 dall’ex raffineria Lombarda Petroli, sita a Villasanta, il contenuto di sette silos carichi di petrolio per abitazioni defluì dolosamente nei terreni adiacenti alla raffineria e, da lì, si riversò nel condotto fognario.

Una corsa inarrestabile, un flusso talmente robusto da ingolfare il depuratore di San Rocco, a Monza, esondare dalla vasca di contenimento, tuffarsi nel Lambro e quindi essere portato a valle dalla forte corrente.

Il resto, purtroppo, è già storia: l’allarme che scatta troppo tardi, la task force formata da Vigili del Fuoco, Protezione Civile, tecnici Arpa e corpo forestale dello stato per cercare di arginare il danno, i cinque sbarramenti (tutti falliti), le centinaia di animali, contaminati o morti, estratti dal fiume, il petrolio che arriva al Po, l’ecosistema compromesso e l’azienda ignota che pochi giorni dopo, approfittando della confusione, pensò bene di scaricare nel Lambro i propri rifiuti tossici.

E, un paio di settimane fa, la notizia che sono proprio i proprietari della Lombarda Petroli, Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, sempre proclamatisi innocenti e, anzi, danneggiati dalla situazione, gli indagati per il disastro ambientale al fiume Lambro. Il motivo? Sottrazione all’accertamento fiscale.

La Lombarda, nonostante la traslazione da raffineria a centro di stoccaggio, continuava a muovere, in entrata e in uscita, quantità ingenti di olii industriali e di carburanti, le quali non trovavano corrispondenza con i registri e con le tasse versate dall’azienda.

Pare, insomma, che i due capoccia della Lombarda Petroli, in odore di maxi sanzione, (si parla di milioni di euro di multa, come riporta il Corriere della Sera, ndr), abbiano favorito la manipolazione, con l’aiuto di uno o più complici, causando il disastro ambientale.

A un anno da tutto questo, la settimana prossima sono in programma numerosi incontri per ricordare e dibattere sulla situazione odierna del Lambro.

Martedì 22 febbraio, dalle 21 alle 23, presso l’Auditorium di Villa Camperio, via Confalonieri 55, Villasanta, l’incontro, ‘Disastro Lambro un anno dopo: quali risposte dalle istituzioni? I cittadini domandano’.

Mercoledì 23 febbraio, presso il depuratore di San Rocco, il workshop ‘Il Lambro un anno dopo’, con gli interventi delle istituzioni coinvolte.

Per tutto il mese, invece, l’associazione ‘Green Man’ organizza incontri dedicati alla sensibilizzazione ambientale come strumento per la rinascita del fiume, per info www.greenman.it

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