Monza, intervista a Giuseppe Spata. Ecco i segreti dell’eccellenza San Gerardo

19 dicembre 2010 | 23:07
Share0
Monza, intervista a Giuseppe Spata. Ecco i segreti dell’eccellenza San Gerardo

spata-giuseppe-mbSono passati circa tre anni da quando Giuseppe Spata è stato nominato direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Gerardo. MB News lo ha incontrato per un’intervista esclusiva. Direttore, un bilancio di questo triennio di gestione.

spata-giuseppe-mbSono passati circa tre anni da quando Giuseppe Spata è stato nominato direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Gerardo. MB News lo ha incontrato per un’intervista esclusiva. Direttore, un bilancio di questo triennio di gestione.

«Decisamente positivo. Dalla chiusura del vecchio ospedale, il quale comportava alcuni ritardi e costi aggiuntivi oltre alla mancata integrazione tra i reparti, alle moltissime inaugurazioni effettuate, penso, ad esempio, al cosiddetto ‘piano donna’, all’oculistica, alla ristrutturazione del pronto soccorso, che ha visto portati al proprio interno ortopedia e sala gessi; e ancora, l’oncologia medica, un reparto con 18 letti, tra i più prestigiosi d’Italia, l’inaugurazione della palazzina infettivi, che ha consentito di incrementare i posti letto e portarli a 32 effettivi e l’allargamento della terapia intensiva. Non solo, oggigiorno il San Gerardo conta 1700 posti auto, asfaltati e illuminati e un nuovo ingresso, in via Cadore, che consente il decentramento del traffico e dell’utenza da via Pergolesi. E, infine, un aspetto importantissimo, i tempi di attesa, che al San Gerardo sono immediatamente verificabili e si confermano inferiori del 50% alla media indicata da regione Lombardia. Ulteriore dimostrazione di come, all’ospedale San Gerardo di Monza, l’uomo sia posto al centro.

spata-giuseppe-2-mbQuali i segreti di questi successi?

«Entusiasmo, voglia di fare e rispetto per il cittadino in una particolare situazione della vita. Siamo un luogo di cura, una cura che cerchiamo di umanizzare il più possibile, con la cortesia e con i sorrisi dei medici e degli infermieri».

E un’interazione forse unica in Italia tra ospedale e università…

«Proprio così. Attualmente non riesco a immaginare una realtà senza l’altra. Basti pensare che le domande di iscrizione all’università sono raddoppiate in tre anni, passando dalle 598 del 2007, alle 1092 dello scorso settembre e questo, com’è ovvio, è anche merito dell’eccellenza e dei risultati che l’ospedale San Gerardo raggiunge da anni. Senza dimenticare, però, la straordinaria collaborazione con il comune di Monza e con la provincia di Monza e Brianza».

Un ospedale che, la scorsa estate, è balzato agli onori della cronaca per avere coordinato 13 strutture in Italia, ridimensionando la paura del virus H1N1.

«Esattamente. Senza dimenticare che tale incarico ci fu assegnato direttamente dal ministro Fazio, il quale si rese conto che unicamente il San Gerardo era in grado di governare la situazione. Eppure, parallelamente a tali importanti e notorie battaglie, il San Gerardo si spende anche per le piccole e reali necessità quotidiane, mi riferisco alla Clinica Odontoiatrica».

Qualcuno l’ha definita ‘Il padre dell’odontoiatria pubblica’.

«La mia storia in tal senso è lunga, parte nel 1991, quando a Sesto San Giovanni affrontai la carenza che rappresentava la sanità pubblica nell’odontoiatria. Quindi, nei 10 anni a Vimercate, abbiamo realizzato diverse cliniche sul territorio. Arrivare a Monza, tre anni fa, e trovare la clinica diretta dal professor Baldoni mi è sembrato il giusto coronamento di questo percorso».

spata-giuseppe-3-mbTempo fa indicò come flagello principe della pubblica amministrazione la scarsa formazione dei dirigenti.

«Sono circa 20 anni che indico la strada da seguire. Il riferimento è la scuola francese, l’Ena. Finalmente, pare, che sul territorio ci sia interesse per consentire alla città di Monza di divenire un riferimento per la formazione degli amministratori pubblici».

Ha qualche rimpianto o rancore al netto di questi tre anni di gestione?

«Rifarei tutto. Certo, come uomo sono perfettibile ma, insieme a tutti i collaboratori, i medici e gli infermieri del San Gerardo, abbiamo ottenuto risultati invidiabili, nonostante un momento di crisi e un finanziamento sanitario inadeguato».

Un finanziamento sottostimato?

«Al contrario, 110 miliardi sono troppi. Gli sprechi si attestano intorno al 15% e nessuno ne è immune, neanche la Lombardia. Al ministro Tremonti direi di recuperare una quota dal fondo sanitario nazionale e di metterla a disposizione delle regioni virtuose, così da consentire risultati più ambiziosi e magari finanziamenti mirati nel campo della ricerca».

{gallery}2009/gallery/spata-sangerardo{/gallery}

In foto direttore generale dell’Azienda Ospedaliera San Gerardo
Foto di Lucilla Sala

* Pubbliredazionale a pagamento