Lo Stato dell’Unione 2010 secondo Barroso

Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha presentato al Parlamento europeo lo Stato dell'Unione 2010. Le priorità d'azione nei prossimi mesi per l'Unione sono cinque: uscire dalla crisi e rafforzare la governance europea, stimolare crescita e occupazione, creare un'area comune di libertà, giustizia e sicurezza, definire un budget europeo moderno e aumentare il peso dell'UE a livello internazionale.


Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha presentato al Parlamento europeo lo Stato dell’Unione 2010. Le priorità d’azione nei prossimi mesi per l’Unione sono cinque: uscire dalla crisi e rafforzare la governance europea, stimolare crescita e occupazione, creare un’area comune di libertà, giustizia e sicurezza, definire un budget europeo moderno e aumentare il peso dell’UE a livello internazionale.

La crescita economica sarà superiore al previsto e la disoccupazione non aumenta più, ma non è ancora il momento di rilassarsi. I bilanci pubblici insostenibili vanificano l’efficacia dei sistemi di protezione sociale. Saranno all’altezza delle sfide le proposte che a fine mese la Commissione farà per rafforzare la governance economica europea, sul consolidamento fiscale, gli squilibri macroeconomici, le storture nel settore finanziario. Nascerà una vera unione economica, accanto a quella monetaria, e le riforme garantiranno la stabilità dell’euro nel lungo termine. I Governi sembrano voler accettare un monitoraggio serio basato su incentivi e sanzioni.

La strategia europea di crescita per il prossimo decennio è “Europa 2020”, che ha tre priorità: inserire sempre più persone nel mercato del lavoro, stimolare la competitività delle imprese e realizzare un mercato unico aperto e moderno. Solo l’8% degli oltre 20 milioni di piccole e medie imprese commerciano all’estero, e le altre non riescono a sfruttare le grandissime opportunità di mercato. Sviluppare le competenze lungo tutto l’arco della vita, lottare contro la povertà e l’esclusione, facilitare la vita per le piccole e medie imprese, e creare un vero mercato interno, in particolare per l’energia, sono i punti fermi. Sono troppe le strettoie che rendono difficile il funzionamento del mercato unico, che occorre ancora eliminare. L’Italia e tutti gli altri Paesi dovranno presentare i loro piani, sui quali l’Unione europea vigilerà.

Anche per il settore finanziario ci saranno novità. La proposta di tassare le attività finanziarie aumenterà la responsabilità delle banche, che copriranno i loro rischi di fallimento, invece di girare il conto ai clienti. La pubblicazione degli stress test bancari permetterà alle banche di farsi prestiti tra di loro e aumentare i flussi di credito ai cittadini e alle imprese.

Ma quali risorse occorrono per far fronte a queste sfide? Ci vuole un bilancio europeo moderno, che crei valore aggiunto per le regioni e i cittadini europei. Interconnessioni energetiche, ricerca e sviluppo sono gli esempi più ovvi del valore aggiunto europeo. In questo contesto, anche la politica agricola comune verrà riformata.

Altra area d’azione fondamentale, quella della giustizia e della sicurezza: è fondamentale creare un’area comune europea. Gli immigranti legali troveranno in Europa un posto dove i diritti umani sono rispettati e rinforzati, mentre si lotterà per debellare lo sfruttamento degli immigrati irregolari. Diritti fondamentali e doveri sono uguali per i cittadini in ogni parte d’Europa. Tutti in Europa devono rispettare la legge, e i governi devono rispettare i diritti umani, inclusi quelli delle minoranze. Il razzismo e la xenofobia non hanno spazio in Europa.

Infine, il ruolo dell’Europa nel mondo è vitale per la prosperità e per la sicurezza dei cittadini, e va rafforzato. I 27 Paesi separati sono destinati a diventare marginali in questa dimensione che cambia velocemente. Temi come i cambiamenti climatici, le discussioni sulla governance economica globale al G20, o le relazioni con i Paesi in via di sviluppo e gli interventi umanitari, esigono una leadership europea che, secondo Barroso, conviene rafforzare.

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