Operazione contro la ‘ndrangheta, i primi nomi, la mappa delle cosche in Brianza

carabinieri-auto2Un risveglio dolceamaro, per la Brianza. Dolce, per la soddisfazione del ripulisti effettuato dai carabinieri. Amaro, perché comunque l’imponente operazione contro la ‘ndrangheta ha scoperchiato una volta per tutte la pentola nella quale tutti noi, da anni, anzi da decenni, siamo costretti a “cuocere”. In cui a farla da padrone è il malaffare.


carabinieri-auto2Un risveglio dolceamaro, per la Brianza. Dolce, per la soddisfazione del ripulisti effettuato dai carabinieri. Amaro, perché comunque l’imponente operazione contro la ‘ndrangheta ha scoperchiato una volta per tutte la pentola nella quale tutti noi, da anni, anzi da decenni, siamo costretti a “cuocere”. In cui a farla da padrone è il malaffare.

Sono le cosche. Che proliferavano, facendo affari in ogni campo strategico, dal movimento terra all’edilizia, alle attività commerciali, intrecciandosi spesso con il mondo della politica. Pronte sia a coordinarsi per la scissione dal cordone ombelicale con la Calabria che a mettere le proprie mani sporche sul business dell’expo e degli altri grandi appalti previsti nel nostro territorio.

Nelle prossime ore si chiariranno ulteriormente i contorni locali, di un’operazione che ha riguardato l’intero territorio nazionale (in prima linea la direzione investigativa antimafia del capoluogo lombardo, coordinata dai pm Ilda Boccassini, Alessandra Dolci e Paolo Storaci). Ma bastano alcuni numeri, già adesso, per dare la dimensione di quanto la Brianza ha inciso: circa 60 le persone finite in manette sul nostro territorio, sulle 305 totali: un quinto, tante, troppe. Suddivise equamente fra le compagnie di Seregno e Desio. Una decina, forse 12, nella sola città di Desio, altre a Seregno, Cesano, Solaro, Limbiate, Verano. Con accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso, droga, armi, usura e quant’altro.

Fra i primi nomi a uscire quelli di Annunziato Moscato, referente locale desiano della costa Iamonte, padrona incontrastata nella zona da decenni. Ma anche Domenico e Candeloro Pio, loro stessi già habituè delle manette. A Cesano, invece, sono stati catturati i fratelli Giuseppe ed Edoardo Sgrò. Gli inquirenti hanno poi tracciato la mappa di tutte le cosche attive in Brianza, oltre che in tutta la Lombardia: ad esempio, ecco i nomi di Giovanni Ficara a Solaro e Antonino Belnome a Seregno.

Un vero e proprio choc, per la Brianza, con reazioni a catena ed effetti che si vedranno nel prossimo futuro: “Abbiamo sradicato la ‘ndrangheta in Lombardia – sono certi gli inquirenti – perché abbiamo eliminato tutti i capi, sono rimasti in giro solo alcuni personaggi di poco conto”. Una notizia straordinaria, per la Brianza onesta e pulita. Tantissime le reazione, dei politici (vedi box sotto) ma non solo. Tutti a cantare vittoria e a riempire di elogi, giustamente, inquirenti e forze dell’ordine.

“Temavamo e temiamo ancora – sottolinea ad esempio Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani Mb – che queste infiltrazioni mettano a rischio le nostre imprese, che sono le più fragili ed indifese a maggior ragione in un momento delicato per tutta l’economia, sia per possibili estorsioni sia per la concorrenza sleale che, grazie ai capitali illeciti, le imprese legate alla malavita possono fare praticando tariffe irraggiungibili per le aziende sane e oneste. Per questo chiediamo che, nel limite di quanto previsto dalle norme vigenti, ad esempio nei piccoli appalti pubblici o di elevata specializzazione, vengano preferite le aziende locali con una lunga storia e tradizione e che comunque vengano scartate le aziende che propongono prezzi eccessivamente ribassati rispetto al prezzo base previsto dal bando di gara: in questo le Amministrazioni locali possono fare moltissimo e porre argini al proliferare e al radicarsi dell’illecito come prassi”. Infatti, adesso più che mai, è ora di alzare la guardia, e le barriere, dotandosi degli strumenti adatti, per sbarrare definitivamente la strada alla malavita organizzata.

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Soddisfazione per l’operazione da parte del presidente della Provincia MB Dario Allevi

allevi-presidente“Questa è sicuramente un’operazione senza precedenti che ha permesso di colpire al cuore il sistema delle cosche calabresi trapiantate anche nel nostro territorio – continua Allevi – Un sistema già conosciuto che nel tempo purtroppo si è radicato sempre di più con la definizione di ruoli e compiti precisi per operare in ogni settore”. Con queste parole, Dario Allevi, presidente della Provincia di Monza, ha commentato l’operazione dei Carabinieri grazie alla quale è stato inferto un duro colpo alle cosche della ‘ndrangheta.”Gli arresti ed i sequestri dei beni di oggi sono lo straordinario risultato di un lavoro di squadra in cui tutte le forze dell’ordine hanno fatto la loro parte, dimostrando in ogni azione una professionalità unica ed una preparazione eccezionale.. Mi auguro che sia la punta di un iceberg in grado di minare un sistema criminale ben strutturato come quello della ‘ndrangheta. Dobbiamo però continuare a tenere alta la guardia ed a lavorare in sinergia con i magistrati e con tutte le Forze dell’Ordine per debellare questo cancro una volta per tutte”.
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