Monza processo per mafia continua: da Brugherio sottocontrollo le merci dei supermercati

monza-tribunaleMinacciare ed intimidire erano la linea di condotta di Marcello Paparo e compagni, secondo il Pm Mario Venditti che, ieri mattina e mercoledì, ha presentato al Giudice le risultanze delle indagini che vedono Paparo ed altre 14 persone indagate per 416bis, cioè per associazione di tipo mafioso.


monza-tribunaleMinacciare ed intimidire erano la linea di condotta di Marcello Paparo e compagni, secondo il Pm Mario Venditti che, ieri mattina e mercoledì, ha presentato al Giudice le risultanze delle indagini che vedono Paparo ed altre 14 persone indagate per 416bis, cioè per associazione di tipo mafioso.

Marcello Paparo, 45enne residente a Brugherio, originario di Isola Capo Rizzuto, e ritenuto dall’accusa legato alle cosche calabresi, aveva messo in piedi un consorzio per la gestione di servizi di facchinaggio e trasporto per le catene di grande distribuzione, oltre a gestire società operanti nel movimento terra. L’uomo è indagato perché ritenuto responsabile di aver ottenuto illegalmente alcuni appalti inerenti ai lavori per la Tav e di aver minacciato responsabili di cooperative perché non volevano entrare in affari con il suo Consorzio Ytaka. Ieri mattina, in un’aula del tribunale completamente blindata, il Giudice Giuseppe Airò ha ascoltato le testimonianze del presidente di “Sma”, la catena di supermercati con la quale i Paparo avevano un contratto per trasporti e facchinaggio «Ho letto sui giornali che Paparo era indagato per associazione a delinquere in merito agli appalti per l’alta velocità – dichiara in aula – per questa ragione abbiamo ritenuto di rescindere il contratto e abbiamo contattato il fratello per una riunione. Quel giorno mi sono sentito intimidito e sotto pressione e mi è stato detto che avrei risentito della mia decisione». Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, successivamente alla decisione di Sma, alcuni collaboratori di Paparo avrebbero letteralmente impedito ai magazzini di lavorare per quattro giorni, bloccando gli accessi. Mercoledì mattina invece, l’udienza si era concentrata su un episodio che vede Marcello Paparo imputato di lesioni gravi. Secondo l’accusa infatti, nel maggio 2007, il “boss” avrebbe ordinato ad un suo collaboratore di gambizzare a colpi di pistola il presidente del consorzio di cooperativa Safra di Milano, che riportò lesioni alla tibia dopo essere stato raggiunto da tre pallottole calibro 7.65, mentre si trovava a bordo della sua auto.

 

 

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