Lissone, marocchino a caccia di…Oscar, trova solo le manette

<Non sono ancora fritto – deve aver pensato, a occhio e croce, nella sua lingua -, adesso mi invento attore…>. Così, un giovane marocchino già bello che “impacchettato” dai carabinieri, ha improvvisato una sceneggiata, convinto di poterla fare franca: <Ho ingoiato ovuli di cocaina, sto male, portatemi all’ospedale>, ha chiesto ripetutamente agli uomini dell’Arma, accusandosi di un reato mai fatto.


<Non sono ancora fritto – deve aver pensato, a occhio e croce, nella sua lingua -, adesso mi invento attore…>. Così, un giovane marocchino già bello che “impacchettato” dai carabinieri, ha improvvisato una sceneggiata, convinto di poterla fare franca: <Ho ingoiato ovuli di cocaina, sto male, portatemi all’ospedale>, ha chiesto ripetutamente agli uomini dell’Arma, accusandosi di un reato mai fatto.

I militari, per sicurezza, ce lo hanno portato davvero, ma anziché lasciarlo in piena custodia dei sanitari (<così me ne scappo…>, pensava lui) lo hanno piantonato attentamente, portandolo poi dietro le sbarre all’esito – negativo – della lavanda gastrica.

Niente fuga e niente “oscar della recitazione”, quindi, per D.A., marocchino di 29 anni, che si è beccato un carnet di accuse: violenza e resistenza a pubblico ufficiale, poi violazione della legge sull’immigrazione, infine falso.

Lo straniero era stato fermato per un semplice controllo in via San Martino di Lissone. Alla richiesta dei carabinieri aveva reagito aggredendoli con calci e pugni (anche perché aveva un decreto di espulsione fresco di un mese, mai ottemperato). Poi, una volta, placato, si è inventato la sceneggiata. Inutilmente, però.

 

 

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