
Già condannato per usura e possesso di armi, arrestato qualche giorno fa su ordinanza della Procura di Catanzaro, Salvatore Mancuso, 40enne di Giussano originario di Limbadi, sarà ora processato per truffa ed associazione a delinquere insieme ad altre 33 persone a Milano, come ha deciso il Giudice ieri mattina in aula a Monza.
Già condannato per usura e possesso di armi, arrestato qualche giorno fa su ordinanza della Procura di Catanzaro, Salvatore Mancuso, 40enne di Giussano originario di Limbadi, sarà ora processato per truffa ed associazione a delinquere insieme ad altre 33 persone a Milano, come ha deciso il Giudice ieri mattina in aula a Monza.
Poco dopo le nove di ieri, si è aperta in Tribunale a Monza un’altra trance dei procedimenti a carico del “boss” calabrese, ritenuto responsabile di una grande truffa ai danni di società interinali. I fatti risalgono al 2006, dopo lo scoperto arsenale che il 40enne custodiva a Seregno, gli investigatori erano risaliti ad una società a lui riferibile, la “Ikao Trade srl”, con la quale Mancuso e compagni avrebbero truffato almeno sette agenzie interinali.
Secondo l’accusa, l’srl fingeva di offrire manodopera occasionale alle agenzie su richiesta di imprese del territorio, a cui faceva pagare contratti e stipendi senza mai fornire la manodopera promessa, per un totale di quasi 800mila euro. Altre sette persone coinvolte nella truffa, ma non imputate per associazione a delinquere, hanno già patteggiato. Ieri mattina in aula però, il colpo di scena. Dopo aver discusso le varie posizioni e le eccezioni in udienza preliminare, la Corte ha deciso di ritenere i reati correlati tra loro, tra cui va ritenuto indice della sede processuale il capo di imputazione più grave, in questo caso l’associazione a delinquere, contestata ai membri della “Ikao srl”. Essendo la sede legale societaria a Milano, Monza invierà i fascicoli alla Procura meneghina, dove il processo ripartirà da capo.