La Brianza diventa “glocale”, la crisi si combatte con l’internazionalizzazione
La parola chiave è internazionalizzazione. Ieri mattina, 24 maggio, Villa Reale è stata la cornice del convegno Brianza Glocal convocato da Camera di commercio per cercare di capire che passi compiere per uscire dalla crisi. All’incontro hanno partecipato il presidente di Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, il vice ministro Adolfo Urso, il presidente di Promos, Bruno Ermolli, il presidente di Confocommercio, Carlo Sangalli, e il presidente della Camera di commercio, Carlo Edoardo Valli.
L’indicazione emersa è che per lasciarsi alle spalle la difficile congiuntura la Brianza deve ripensare i propri distretti e trasformarli in reti e guardare ai mercati stranieri. Dall’indagine “Economia e imprese” realizzata dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza che ha coinvolto più di 200 imprese lombarde è emerso che le imprese registrano in media un ridimensionamento del giro d’affari del 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, circa la metà rispetto alla riduzione media del 20% accusata nel 2009, e che le previsioni per l’attività dell’export nel corso del 2010 prevedono un incremento dell’1%.
E nonostante il trend di decrescita degli ultimi anni della crisi, la Brianza conferma tuttavia la maggiore integrazione su scala globale rispetto all’Italia, alla Lombardia e a Milano, attestando il suo indice di apertura commerciale a 120%, quasi il doppio della Lombardia (62%) e di Milano (69%) e il triplo dell’Italia (43%). “Il vero sostegno nell’impegno delle imprese verso i nuovi mercati è dato certo dalla qualità del prodotto – ha dichiarato Valli -, ma è sostenuto da un sistema Paese e anche da un sistema locale di qualità. Occorre cioé rimettere in circuito giovani e progetti, entusiasmo e creatività, fatica e passione”.
“In un ambiente internazionale e competitivo – ha aggiunto Sangalli – le imprese, a partire dalle piccole e medie, trovano nell’alleanza un elemento di rafforzamento soprattutto in una fase di crisi come quella attuale. In Lombardia abbiamo quantificato 27 reti d’impresa che coinvolgono circa 500 soggetti tra associazioni, istituzioni, professionisti e fondazioni”. Internazionalizzione avanti tutta, dunque. Ma a patto che le imprese brianzole imparino a fare rete, magari coinvolgendo maggiormente Milano per dare vita a un binomio manifattura – servizi. Tuttavia, proprio dal mondo imprenditoriale brianzolo è arrivato un segnale chiaro di attenzione. “L’internazionalizzazione è rischiosa e costosa – ha ammonito Aldo Fumagalli, presidente di Candy Group -. Bisogna muoversi coi piedi di piombo perché molte imprese a causa di un progetto errato ci hanno lasciato le penne”. Soprattutto se si tratta di imprese piccole con pochi dipendenti, per le quali potrebbe servire il sostegno di realtà come Promos.