Monza, un centro massaggi senza vere massaggiatrici: chiuso per falso

massaggiNessuna esperienza o diploma in pratiche di rilassamento, ragazze provenienti da ogni parte del globo con documenti falsi e troppi soldi in giro. Secondo queste caratteristiche il centro Jucatan di via Cavallotti non avrebbe mai dovuto aprire. Con abili manovre dei titolari invece, il centro massaggi aveva aperto, fin quando i carabinieri non lo hanno sequestrato l'altro ieri mattina.


massaggiNessuna esperienza o diploma in pratiche di rilassamento, ragazze provenienti da ogni parte del globo con documenti falsi e troppi soldi in giro. Secondo queste caratteristiche il centro Jucatan di via Cavallotti non avrebbe mai dovuto aprire. Con abili manovre dei titolari invece, il centro massaggi aveva aperto, fin quando i carabinieri non lo hanno sequestrato l’altro ieri mattina.

Controllato dallo scorso gennaio grazie anche a segnalazioni di attenti residenti, il centro massaggi al civico 117 era frequentato da non molti clienti, mentre al suo interno vi erano cinesi, moldave, thailandesi, senza nessun criterio di sorta.

Intestato a Tatiana I. 27enne romena e a Massimo T., 42enne di Mandello del Lario, lo Jucatan aveva qualcosa di strano. La titolare infatti, contrariamente a quanto depositato in Comune, è moldava e non romena. Le varie irregolarità e il sospetto di attività non a norma, ha spinto la Procura ad emettere dei decreti di perquisizione, eseguiti ieri mattina dai carabinieri. Nello stesso momento sono stati perquisiti gli appartamenti privati dei due titolari, il centro Jucan ed un gemello a Milano, sempre appartenente alla coppia.

A casa del 42enne sono stati trovati i documenti romeni falsi utilizzati dalla sua collega per autorizzare l’apertura attività a Monza, che gli sono valsi la denuncia per ricettazione, mentre presso lo Jucatan sono state trovate un ragazza moldava senza abilitazione ed una giovane thailandese, anch’essa senza diploma, che oltretutto dimorava in negozio. Tatiana I., durante la perquisizione, non ha saputo dare spiegazione esaustiva ai 1700 euro che aveva in tasca. A questo proposito sono in corso indagini per capire il vero scopo dell’esistenza dei centri benessere, forse punto di appoggio per clandestine in cerca di permessi falsi a pagamento. Il centro è stato posto sotto sequestro e la donna denunciata per falso.

 

 

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