Brianza per il Cuore consegna il Defibrillatore a La Dominate. Al tennis il racconto di due eroi “Salva vita”

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Anche “La Dominante” di via Ramazzotti di Monza da questa settimana ha in dotazione un Dae, ovvero un defibrillatore semiautomatico che è stato consegnato mercoledì al circolo del Tennis da Gianni Picci, General Manager di Mitsubishi Electric, a Marialuisa Imbrico, presidente della società sportiva.


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Anche “La Dominante” di via Ramazzotti di Monza da questa settimana ha in dotazione un Dae, ovvero un defibrillatore semiautomatico che è stato consegnato mercoledì al circolo del Tennis da Gianni Picci, General Manager di Mitsubishi Electric, a Marialuisa Imbrico, presidente della società sportiva.

«In caso di arresto cardiaco l’unico modo per riavviare il cuore è quello di dargli uno shock elettrico il più presto possibile con un defibrillatore – ha spiegato la dottoressa Rossi, cardiologa del San Gerardo – È quello che è accaduto qui al circolo del tennis quando qualche tempo fa si è riusciti a salvare una vita grazie al pronto intervento fatto».

E Marco Baio e Antonio Di Dio erano presenti mercoledì quando il Raffele Cascella, presidente di Brianza per il Cuore, l’associazione senza scopo di lucro che tanto fa per promuovere un’adeguata informazione nel caso ci si trovi in presenza o di un arresto cardiaco o di un ictus, ha consegnato loro una targa per essere diventati “Cittadini salva cuore”.

«È avvenuto in poco tempo, come ci avevano insegnato al corso – raccontano i due eroi – Abbiamo capito che era un attacco di cuore e allora abbiamo sganciato il defibrillatore dal muro e dopo esserci velocemente c

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onsultati abbiamo dato la scarica». L’uomo, un socio del Tennis Club, grazie a questo pronto intervento ora ha potuto riprendere una vita normale, nonostante il brutto incidente.

«In tutt’altro modo è andata ad un uomo che stava giocando a calcetto – raccontano lo staff di Brianza per il Cuore – l’attacco cardiaco gli è stato fatale in quanto non c’è stato alcun intervento repentino: gli amici gli avevano consigliato di sedersi e riposarsi visto il dolore al pezzo. Quei minuti, quel ritardo, gli è costato la vita».

 

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