Patata di Oreno geneticamente modificata? No, grazie

patataI coltivatori brianzoli vanno controcorrente: nonostante il glorioso periodo di cui godono alcune forme di transito, arriva un secco e deciso no alla patata transgenica. Giuliano Fumagalli, 44 anni, orticoltore di Vimercate e produttore della patata tipica di Oreno, commenta: «Nessuno fra le persone che vengono a prendere le patate da me vuole gli Ogm. Anzi, mi chiedono se è tutto naturale. Non credo proprio che una patata transgenica come quelle appena autorizzata dalla Ue possa trovare mercato da noi».


patataI coltivatori brianzoli vanno controcorrente: nonostante il glorioso periodo di cui godono alcune forme di transito, arriva un secco e deciso no alla patata transgenica. Giuliano Fumagalli, 44 anni, orticoltore di Vimercate e produttore della patata tipica di Oreno, commenta: «Nessuno fra le persone che vengono a prendere le patate da me vuole gli Ogm. Anzi, mi chiedono se è tutto naturale. Non credo proprio che una patata transgenica come quelle appena autorizzata dalla Ue possa trovare mercato da noi».

«La gente vuole sapere cosa mangia e io certo non cambio le patate tipiche di Oreno con quelle ogm – aggiunge Fumagalli – e credo che sia lo stesso per tutti gli altri produttori di questo settore».

In Lombardia ogni anno si raccolgono circa 32 mila tonnellate di questi tuberi coltivati su una superficie di oltre 10 milioni e mezzo di metri quadrati.

“La lobby degli Ogm vuole far passare il messaggio che il transgenico sia la soluzione giusta per consumatori e produttori, ma non è così – afferma Enzo Pagliano, Direttore della Coldiretti di Milano e Lodi – Infatti, per esempio per il mais: i semi costano di più, gli agricoltori sono costretti a usare degli agrofarmaci specifici che, guarda caso, sono venduti dalle stesse multinazionali che forniscono le sementi ogm, si rischia un controllo dei prodotti e dei prezzi nelle mani di pochi giganti stranieri con i quali gli agricoltori sarebbero legati mani e piedi. Senza considerare poi il rischio di contaminazione fra colture Ogm e quelle tradizionali, soprattutto in un territorio come quello italiano dove la vicinanza fra i campi e l’assenza di vaste estensioni di terreno come quelle americane o dell’est Europa è una realtà sotto gli occhi di tutti”.

E in Europa, mentre la Commissione Barroso dà il via libera alla patata mostro, nel 2009 i terreni dedicati agli Ogm hanno subito un crollo del 12 per cento.

 

 

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