Tra cilindri e colpi di bacchetta, si è svolto, mercoledì 3 marzo all’interno del teatro Binario 7, il primo Gran Galà di magia organizzato dall’ associazione “Ti do una mano O.N.L.U.S.” ( www.tidounamano.org) in collaborazione con l’”International Brotherood of magician” e con il patrocinio del comune di Monza.
L’evento, inserito all’interno del Festival delle famiglie, patrocinato dai comuni di Monza, Brugherio e Villasanta, è stato fortemente voluto dal Dott. Lele Duse, presidente dell’associazione “Ti do una mano O.N.L.U.S.”, allo scopo di avvicinare le famiglie all’ “incantato” mondo della magia.
La serata è stata soprattutto l’occasione per raccogliere fondi da impiegare nei progetti portati avanti dall’associazione, volti al sostegno all’infanzia nelle zone più svantaggiate del pianeta: ogni spettatore ha infatti deciso liberamente il proprio contributo.
E un ampio sostegno è stato fatto registrare dai maghi che, aderendo allo spirito dell’iniziativa, sono accorsi numerosi e hanno dato prova dei loro poteri magici riuscendo ad affascinare i più piccoli e a far sognare i più grandi.
Lo show ha potuto contare su presenze leggendarie del mondo della magia, come l’incredibile Mago Forrest, il leggendario Sergio Brasca e il Mago Alan che, assumendo il ruolo di presentatore, ha accompagnato i presenti in questa magica serata: tra la bizzarra rivalità dei Maghi Sander e Mozzarella e gli infiniti costumi di Tittix e Tiziana, passando per lo scorbutico francese italianizzato di Walter Maffei, il palloncino “più grande del mondo” del Mago Alberto e gli strepitosi prestigi del Mago Cami e del Mago Fax.
Presente all’evento anche Pierfranco Maffè, Assessore all’Educazione Parchi e Villa reale e Decentramento del comune di Monza.
Vista l’ottima risposta del pubblico: l’associazione ha già espresso il desiderio di ripetere a breve l’evento per avvicinare sempre di più le famiglie al mondo della magia e, al contempo, portare avanti gli importantissimi progetti dell’associazione: specialmente la ristrutturazione di asili, orfanotrofi e ospedali in Ucraina, Bangladesh e Burundi.
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Foto di Marco Brioschi
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