Elezioni Regionali. Santamaria: «Rischio commissariamento» (Guarda il video)

santamariaCaos liste. É l’avvocato Bruno Santamaria da Monza, dal suo studio, uno dei tre legali che compongono il collegio difensivo e che ha fatto riammettere la lista di Formigoni dopo l’esclusione per le irregolarità formali, a ritornare sul tema. Se una lista dovesse fare ricorso dopo il voto, il rischio per la regione Lombardia sarebbe quello di essere commissariata.


santamariaCaos liste. É l’avvocato Bruno Santamaria da Monza, dal suo studio, uno dei tre legali che compongono il collegio difensivo e che ha fatto riammettere la lista di Formigoni dopo l’esclusione per le irregolarità formali, a ritornare sul tema. Se una lista dovesse fare ricorso dopo il voto, il rischio per la regione Lombardia sarebbe quello di essere commissariata.

Una bomba. A rivelarne l’esistenza è l’avvocato Bruno Santamaria, amministrativista di lunga e profonda esperienza. Porta come esempio Uboldo, cittadina del Varessotto che aveva vissuto in tempo di elezioni, nel 2007, le medesime vicissitudini legate alle liste della regione Lombardia. In quel caso Santamaria prese le difese della sinistra. «Andò a finire male – racconta l’avvocato – Dopo le elezioni ci fu chi contestò e la città fu commissariata per 18 mesi, fino alla prima tornata elettorale utile per riprovarci». Per la cronaca, in quel caso, alla fine non vinse né il candidato difeso dall’amministrativista, né il diretto concorrente: fu un terzo a godere di tanto caos elettorale.

La vicenda Lombardia è scoppiata a inizio marzo quando la Corte d’Appello di Milano ha accolto le osservazioni fatte dai Radicali su alcune irregolarità formali nella presentazione delle firme delle liste. Dal controllo effettuato le firme risultate non conformi sono state 514 sulle 3.935 presentate, facendole scendere sotto il numero legalmente previsto, con conseguente esclusione di Formigoni. «Un formalismo che non poteva fermare la democrazia – commenta Santamaria dopo aver vinto al Tar il ricorso fatto dal Pdl – Ma adesso resta il fatto che se dopo le elezioni e la vittoria del Pdl, ci fosse un altro ricorso, il rischio sarebbe il commissariamento fino a prossime elezioni». Il primo vero ostacolo, comunque, il pool di avvocati lo dovrà superare domani, sabato 13 marzo, in quanto sono chiamati a difendere il Pdl difronte al nuovo ricorso presentato al Consiglio di Stato dai Comunisti italiani.«Siamo stati riammessi senza usare il Decreto legge, ma se sarà necessario lo impugneremo – risponde l’avvocato – Quello è il decreto del buon senso, che anche Napolitano non ha potuto non firmare».

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Ma l’avvocato ha parlato anche come presidente del Centro Studi Liberi nell’Agorà, un’associazione che si prefigge non tanto di fare politica ma quanto di far incontrare quest’ultima con i cittadini e loro esigenze e aspettative. «Se mi tolgo la veste di avvocato, non mi resta che affermare che tutta questa situazione non ha fatto che aumentare la sfiducia dei cittadini verso la politica: il rischio è l’aumento dell’astensionismo – afferma l’avvocato, ma rincara la dose – Se per assurdo a seguito delle elezioni ci fosse un ricorso che le invaliderebbe, significherebbe che il popolo non è più sovrano e verrebbero meno le basi della democrazia».

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