Intervista a Luciano Erba: lo scrittore del fiume Lambro

foto-luciano-erbaLuciano Erba, ricercatore ed ecologista brianzolo, ha scritto un libro, “Lambro, l'inquinamento occulto”, che sarà presentato domani, 21 novembre alle ore 10.00 presso la sala conferenze del Parco regionale della Vale Lambro, a Triuggio.
Lo abbiamo incontrato.


foto-luciano-erbaLuciano Erba, ricercatore ed ecologista brianzolo, ha scritto un libro, “Lambro, l’inquinamento occulto”, che sarà presentato domani, 21 novembre alle ore 10.00 presso la sala conferenze del Parco regionale della Vale Lambro, a Triuggio.
Lo abbiamo incontrato.

Quando e come nasce il suo amore da autodidatta per il Lambro e per la natura? Qual è il suo rapporto con il fiume?

L’amore per la natura risale ai primordi della mia esistenza: Il ricordo più lontano è addirittura ai tempi della prima infanzia, quando accompagnato da mia madre varcavo i cancelli di villa Perego a Cremnago d’Inverigo. La bellezza architettonica dei giardini, non tanto il verde quanto gli spazi aperti, i colori e la dolcezza del paesaggio furono per me come una folgorazione. Avevo pochissimi anni, ma quell’immagine è rimasta indelebile, quasi l’enunciazione della Brianza romantica che doveva seguirmi per tutta la vita. Per il Lambro l’amore è nato con la passione per la pesca anch’essa molto remota. Poi mi resi conto che l’attrazione era determinata da una forza maggiore. Una volta durante una vacanza a Magreglio (sorgenti del Lambro), mentre con la proprietaria della residenza che ci ospitava, argomentavo, con accanimento, l’insensatezza d’ inquinare fin dalle sorgenti, la distinta signora milanese m’interruppe dicendomi, con una certa sorpresa per me: Lei è così perché in queste cose vede Dio. Più semplicemente il mio amico Boschi di Pagnano Asso diceva che a me piaceva l’acqua più che la pesca: Luciano quando parla del Lambro è come se parlasse di una bella donna! Il Lambro d’Alserio (emissario del lago omonimo) era in quegli anni (fino al 1970) un autentico paradiso equatoriale, indescrivibile e forse incomprensibile a chi non l’ha vissuto. Credo sia nell’estetica l’attrazione fondamentale, per questo detesto ogni forma di degrado o d’insulto alla natura, all’acqua sorgente materiale e simbolica della vita.

Sono autodidatta nel senso che nessuno mi ha chiesto di “studiare” il Lambro. La mia esperienza professionale è di tipo amministrativo-commerciale quindi del tutto estranea a questo contesto a cui ho dedicato frequentazione, attenzione e studio (autodidatta) al punto che oggi posso sostenere confronti scientifici di un certo spessore.copertina-inquinamento-occulto

Quale il quadro generale del fiume al giorno d’oggi?

Purtroppo molto banalizzato.

Cosa intende per “inquinamento occulto”?

C’è voluto un libro per spiegarlo, inquinamento occulto non perché non si vede, ma perché non si vuol vedere, inquinamento occulto perché a volte è effettivamente poco visibile, o letteralmente non si vede (i tossici più pericolosi sono incolori e inodori), inquinamento occulto perché  subdolo “trasmigrante” da uno stato fisico ad un altro, criptico o mutageno, eterogeneo, insito nella dinamica di sviluppo e soprattutto di costume.

Come rispettare il Lambro? Ha dei consigli per i brianzoli? Per le amministrazioni comunali? Per gli enti competenti del territorio?

Evitare almeno l’insulto gratuito, non inquinare e non deprezzare irresponsabilmente, mettere il naso fuori dalla porta e vedere dove vanno effettivamente i propri rifiuti e considerare che non c’è pozzo senza fine e che ogni pazienza (anche quella della natura) ha un limite. Non ho consigli per i brianzoli perché non amo rivolgermi a chi non mi ascolta (e i brianzoli che hanno una corretta visuale sul fiume non hanno bisogno dei miei consigli). Per le amministrazioni comunali di buona volontà consiglio di propendere per un atteggiamento non sperequativo, più equo e lungimirante più fiducioso in un cambiamento ancorché tardivo nella gestione dei suoli. Lambro a parte il consumo speculativo e deteriore del territorio ha raggiunto in Brianza livelli parossistici, devitalizzanti. Il fiume in senso funzionale è come un grande rene atrofizzato da una pressione antropica e da un modello di sviluppo giustificabile (giustificato) ma non certo sostenibile.

Il Lambro è una risorsa (ancora recuperabile), oltre che uno spettacolo della natura, perché trattarlo a livello di una pattumiera, di un oggetto ingombrante?

Dove si potrà trovare il libro? Farà qualche presentazione ufficiale? (Oltre a quella di sabato).

Il libro può essere richiesto al Comitato Bevere di Briosco. Oltre alla presentazione ufficiale c/o la sede del Parco potranno esserci altre presentazioni in caso di centri d’interesse motivanti.

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