Misure europee forti per la gestione del Mar Mediterraneo

europa_carina_e_stellineSono molte le sfide poste dal settore marittimo nel bacino del Mediterraneo: tra le principali, la concorrenza per l'utilizzo dello spazio marino, le minacce alla sicurezza marittima, il degrado ambientale, nonché gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Nessuno Stato da solo, ma nemmeno l'Unione europea nel suo insieme, può affrontare queste sfide: occorre una risposta più coordinata della governance marittima nella regione, coinvolgendo tutti i partner su tutte le sponde del Mare Nostrum.


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Attorno a questo principio si snoda la nuova strategia mediterranea dell’Unione europea, appena presentata dalla Commissione di Bruxelles, che abbina il potenziamento della gestione degli affari marittimi con la crescita più sostenibile nella regione.

Secondo il commissario europeo responsabile degli Affari marittimi e della pesca, Joe Borg: “Un sistema di decisioni concertate nell’area del Mediterraneo avrà certamente effetti positivi su tutta l’area. La garanzia di un futuro sostenibile per le industrie marittime e la conservazione dell’ambiente marino dipenderanno dal nostro sforzo nel potenziare la governance marittima in ogni suo aspetto. L’UE lavora a una politica marittima integrata e inclusiva, in collaborazione con tutti i nostri vicini”.

La politica marittima integrata è stata avviata a livello europeo nel 2007 e ha promosso numerosi strumenti di gestione marittima. Ad esempio, la pianificazione dello spazio marittimo (PSM), che le autorità europee stanno valutando per poterla applicare nell’area del Mediterraneo. Altro importante aspetto: la gestione integrata delle zone costiere, che riguarda coste e isole, e un approccio più coerente sui due lati della frontiera terra/mare: valorizzazione delle coste ma anche dell’habitat marittimo. Sarà reso disponibile su Internet un inventario delle migliori pratiche di tutti i bacini marittimi. Il Programma europeo per la Ricerca sosterrà queste iniziative. E proprio in materia di ricerca, saranno intensificati gli sforzi di ricerca integrata, sempre attraverso i fondi del Settimo programma quadro per la Ricerca (che copre il periodo 2007-2013 e dispone di 54 milioni di euro).

Un altro tema importante: la sicurezza, attraverso prima di tutto la sorveglianza marittima integrata per rendere più sicuro il mar Mediterraneo. Sei Stati costieri dell’UE, tra cui l’Italia, hanno già intrapreso un progetto pilota per potenziare la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali responsabili del monitoraggio e della sorveglianza marittima. Tale progetto contribuirà ad un sistema di sorveglianza più coerente in tutta l’area del Mediterraneo.

La stretta cooperazione tra i paesi coinvolti in tali sfide rappresenta soltanto metà della soluzione al problema. I responsabili delle decisioni devono abbandonare la politica “per settore” e adottare una politica più ampia che tenga conto dei collegamenti tra le varie attività marittime. Cosa vuol dire? Ad esempio, quando si tratta la questione dei trasporti, si considera l’impatto ambientale, oppure se si parla di pesca si devono tutelare il più possibile sia la risorsa (il pesce) che l’occupazione nelle regioni dipendenti da quest’attività.

Allora, ecco una serie di proposte europee per incoraggiare le parti interessate e le amministrazioni della regione a gestire gli affari marittimi in maniera più integrata, ad approfondire la cooperazione tra le diverse autorità di settore e dei vari Stati, inclusi quelli non europei, favorire lo scambio delle migliori pratiche, rendere disponibile l’assistenza tecnica fornita dai fondi europei, promuovere la ratifica e l’implementazione della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982, e infine istituire un gruppo di lavoro sulla politica marittima integrata, esteso all’intero bacino.

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