La sicurezza ferroviaria, una priorità d’azione per l’Europa

11 settembre 2009 | 06:00
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La sicurezza ferroviaria, una priorità d’azione per l’Europa

trenoIl tragico incidente ferroviario avvenuto lo scorso 29 giugno a Viareggio, nel quale hanno perso la vita 31 persone, impone anche all’Europa di cercare una risposta alla domanda: “Si poteva evitare? Cosa si può fare per evitare che accada di nuovo?”. Incidenti ferroviari di queste dimensioni sono assai rari, ma quando avvengono la domanda che ci poniamo è sempre la stessa. I cittadini di Viareggio e i familiari delle vittime, cui va la mia solidarietà personale e quella della Commissione europea, si aspettano delle risposte.

trenoIl tragico incidente ferroviario avvenuto lo scorso 29 giugno a Viareggio, nel quale hanno perso la vita 31 persone, impone anche all’Europa di cercare una risposta alla domanda: “Si poteva evitare? Cosa si può fare per evitare che accada di nuovo?”. Incidenti ferroviari di queste dimensioni sono assai rari, ma quando avvengono la domanda che ci poniamo è sempre la stessa. I cittadini di Viareggio e i familiari delle vittime, cui va la mia solidarietà personale e quella della Commissione europea, si aspettano delle risposte.

La magistratura italiana ha avviato cinque diverse indagini, attualmente in corso, allo scopo di fare piena luce sull’accaduto. La Commissione europea non dispone di poteri d’inchiesta, ma di un potere di intervento regolamentare, e pertanto non ha un ruolo attivo nel quadro delle indagini giudiziarie.

Sul tema della gestione della sicurezza, una premessa sullo sviluppo delle ferrovie negli ultimi anni è necessaria. Tutte le ferrovie europee hanno attraversato un processo di riforma radicale, alcune già dal 1990, altre in periodi più recenti. Nel corso di questo processo di trasformazione, la sicurezza ferroviaria è rimasta una materia di competenza nazionale sino al 2004. Ogni Stato dell’UE disponeva del proprio quadro normativo che in realtà, dal dopo guerra in poi, era gestito autonomamente dalle imprese ferroviarie nazionali con un intervento più o meno intenso dello Stato.

Contrariamente alla sicurezza aerea o marittima, per loro natura internazionali anche sotto l’aspetto della gestione della sicurezza, la sicurezza ferroviaria, che storicamente e fisicamente è legata alle infrastrutture, si e’ basata su una regolamentazione anzitutto nazionale. Tuttavia, oggi questa deve essere armonizzata a livello europeo per assicurare un mercato unico e l’interoperabilità dei sistemi per almeno due motivi principali.

Innanzitutto, sono state create le condizioni per fare viaggiare i treni attraverso le frontiere, con responsabilità condivise tra gestore delle infrastrutture e imprese ferroviarie. Quindi, la gestione della sicurezza non poteva essere lasciata al monopolio nazionale, in presenza di nuove imprese o di imprese provenienti da altri Stati.

Il Consiglio dei Ministri europeo e il Parlamento europeo hanno quindi varato una direttiva europea sulla sicurezza ferroviaria che chiede agli Stati di istituire una nuova figura (l’Autorità Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria) incaricata di vigilare sulla sicurezza attraverso la definizione di regole chiare e valide per tutti i soggetti, la certificazione dei gestori delle infrastrutture e di tutte le imprese attive sul territorio, l’autorizzazione alla messa in servizio del materiale rotabile.

Allo stesso tempo è stata istituita l’Agenzia Ferroviaria Europea (ERA, European Railways Agency), tra i cui compiti vi è quello di sviluppare metodi e parametri di sicurezza comuni in modo da armonizzare le regole nazionali di sicurezza, con l’obiettivo di portarle verso i più elevati standard europei.

L’Agenzia europea è stata istituita nel 2005. Le statistiche che l’ERA pubblica sulla sicurezza dimostrano che il trasporto ferroviario di persone e merci rimane il più sicuro tra tutti i mezzi e inoltre che la liberalizzazione non ha inciso sulla sicurezza,. Si può invece si può notare un lieve ma continuo miglioramento, pur partendo da livelli già molto elevati.

Ad esempio, nel caso dell’incidente di Viareggio, il treno che effettuava la tratta era un treno Trenitalia con carri cisterna omologati dall’operatore polacco PKP e dall’operatore tedesco DB ed appartenenti ad un unico gestore (la GATx). Configurando una situazione commerciale e operativa normalissima, sia prima che dopo le riforme comunitarie. Da quanto ci risulta sono carri che effettuavano da anni la stessa tratta in Italia, per lo stesso cliente.

La direttiva europea sulla sicurezza chiede agli Stati di adottare regole a livello nazionale tenendo conto delle specificità nazionali (come ad esempio il tipo di alimentazione elettrica o di segnalamento) e dello sviluppo principalmente nazionale, dal dopo guerra in poi, delle norme sull’esercizio del trasporto ferroviario, sulle inchieste tecniche e giudiziarie e sul ruolo delle autorità competenti, e della disciplina del diritto del lavoro. Ecco perché la direttiva europea del 2004 chiedeva agli Stati di istituire un’autorità nazionale per la sicurezza ferroviaria: esse sono un anello fondamentale nella catena della sicurezza.

Come interviene dunque l’Europa? In primo luogo, l’UE controlla il corretto recepimento della direttiva da parte dei singoli Stati, incluso l’aspetto delle risorse a disposizione. In secondo luogo, in collaborazione tra la Commissione che decide e l’Agenzia Ferroviaria Europea, l’UE armonizza progressivamente, fin dove è possibile, le specifiche tecniche, le regole nazionali, i metodi di sicurezza e anche gli obiettivi da raggiungere. Alle autorità nazionali spetta dunque il compito primario di assicurare la sicurezza ferroviaria deve essere svolto dalle autorità nazionali di sicurezza, e a quelle europee l’armonizzazione delle norme.

Vorrei ora tornare brevemente sulla questione dell’incidente del 29 giugno alla stazione di Viareggio. L’inchiesta della magistratura italiana è in corso e determinerà le responsabilità civili e penali. Tuttavia un’altra inchiesta è altrettanto importante: quella tecnica che dovrà determinare le cause dell’incidente al fine di poterne evitare di simili in futuro.

Indipendentemente dagli esiti dell’inchiesta, molti esperti ritengono che il quadro normativo europeo sia sostanzialmente completo, ma ciò non esime la Commissione dal dovere di continuare a migliorarlo e gli Stati membri e tutti gli operatori dall’obbligo di rispettarlo scrupolosamente, ciascuno nell’ambito delle proprie responsabilità. Per questo sto prendendo l’iniziativa di riunire i principali attori, allo scopo di analizzare la situazione e discutere l’opportunità di ulteriori miglioramenti (la prima Conferenza in materia si è svolta ieri a Bruxelles). Durante l’estate, gli esperti dell’Agenzia ferroviaria europea hanno elaborato una bozza di piano d’azione, insieme alle autorità nazionali e ai rappresentanti dell’industria. Con tutte le altre istituzioni, incluso il Parlamento europeo, lavoreremo intensamente su questo tema.