“Cime di Pace”: ad Arcore alpinismo e solidarietà

conf-cimedipace1In cima per la pace: questo è il motto del progetto “Cime di Pace”. E Oreste Forno, alpinista con diversi 8 mila alle spalle, ha spiegato nei dettagli il progetto durante l’interessante serata che si è svolta giovedì 27 settembre all’Auditorium della Parrocchia di Santa Maria nascente a Bernate.


conf-cimedipace1In cima per la pace: questo è il motto del progetto “Cime di Pace”. E Oreste Forno, alpinista con diversi 8 mila alle spalle, ha spiegato nei dettagli il progetto durante l’interessante serata che si è svolta giovedì 27 settembre all’Auditorium della Parrocchia di Santa Maria nascente a Bernate.

L’evento, organizzato dal Club Escursionisti Arcoresi (CEA) con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del comune di Arcore, ha attirato una ottantina di persone per assistere all’incontro con Oreste Forno, alpinista e fondatore del progetto.

La serata è iniziata la proiezione di diapositive che illustravano e spiegavano la storia e gli obiettivi dell’associazione, accompagnate da fotografie delle scalate effettuate dagli  affiliati al progetto.

Alla presenza di Giancarlo Ferrario, presidente del CEA, e di don Renato, Parroco di Bernate, l’alpinista, originario di Berbenno di Valtellina, ha allietato la serata dei partecipanti intrattenendosi in una cordiale discussione con il pubblico. “Vengo sempre volentieri tra gli amici del CEA, ormai è il decimo incontro cui partecipo negli ultimi anni – ha affermato Forno –  Sono lieto di vedere che la passione per l’alpinismo è sempre viva”. 

Il progetto, il cui nome iniziale era Summit for Peace, nasce nell’ottobre del 2002 da un’idea di Forno e di alcuni membri del CAI di Lecco e nel maggio dell’anno seguente ottiene l’ufficialità. “Già nel 1996, dopo la nascita del figlio, avevo ventilato l’idea di abbandonare l’alpinismo estremo, – spiega Forno – mi sentivo maturato, avevo perso il gusto delle sfide ma avevo ritrovato l’amore per la pura montagna. Poi, con l’inizio della guerra in Iraq, quest’amore si è fuso con quello per la giustizia, la fratellanza. Sentivo un desiderio di armonia”

conf-cimedipace2Così ha dato inizio al progetto, “perché essere in cima ad un monte è un privilegio, – afferma lo scalatore – una forma di sublimazione, e levare un grido di pace da lassù ha un significato più ampio, universale. Da allora abbiamo iniziato a scalare le cime di tutto il mondo, ad innalzare la nostra bandiera, a far sentire la nostra voce per far finalmente tacere le armi”.

L’associazione ha deciso sin da subito di istituire un fondo di solidarietà, attivo in Kenia, Tanzania, Sierra Leone e Perù, in quanto “l’ascesa non può essere fine a se stessa, anzi, come diceva Battistino Bonali, mio caro amico, si deve salire in alto per aiutare chi vive in basso”.

“Abbiamo scalato le cime più importanti di 7 continenti, innumerevoli montagne italiane, organizzato la 1° giornata nazionale di Cime di Pace, raccolto oltre 75000 euro da donare ad associazioni benefiche,     – aggiunge l’alpinista – ma non abbiamo intenzione di fermarci”. 

In seguito alla proiezione del video Oreste Forno si è concesso alle domande ed alle curiosità dei presenti, relative sia al progetto che alla vita dell’ escursionista lombardo.

Al termine della serata don Renato, appassionato di montagna ed escursionismo, è intervenuto sottolineando l’importanza di intervenire sui giovani, perché il futuro di questo mondo è nelle loro mani. “Da sempre rivolgo un’attenzione particolare ai miei ragazzi, – spiega il parroco – per poterli sensibilizzare su tematiche fondamentali come la solidarietà ed i diritti umani, l’uguaglianza e la giustizia sociale”.  Con queste parole il parroco ha chiuso la serata, invitando il pubblico ad un rinfresco offerto dalla parrocchia. 

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