E qui commerciava rottame in modo abusivo e senza alcuna attenzione alla sicurezza, tra mura scrostate, carcasse di auto, cumuli di ferro, legno e mattoni, un po’ per arrotondare la sua misera pensione sociale, un po’ per riempire una giornata vuota.
Sul posto sono arrivati i carabinieri di Desio, la polizia locale e il sindaco di Cesano Maderno Marina Romanò, i vigili del fuoco e i tecnici dell’ispettorato del lavoro dell’Asl di Monza. E non appena hanno saputo del tragico incidente, sono arrivati anche i tre figli del pensionato. Sull’episodio la Procura della Repubblica di Monza ha aperto un’inchiesta per accertare le cause e l’esatta dinamica dell’incidente. Sul corpo del 73enne inoltre sarà effettuata l’autopsia.
Da anni l’immobiliare che aveva acquistato i capannoni dismessi dell’ex Snia, per abbatterli e trasformarli in un moderno polo tecnologico, aveva in corso un duro braccio di ferro legale con il pensionato. Nel 2007 l’uomo aveva ricevuto lo sfratto esecutivo e il capannone, nel quale erano avvenuti anche piccoli crolli, era stata posto sotto sequestro. Ma l’artigiano 73enne, per nulla rassegnato a lasciare la sua «casa bottega», aveva rotto i lucchetti della porta d’ingresso e aveva di nuovo occupato abusivamente il capannone. Qui, aveva continuato a vivere e a lavorare tra mille pericoli. Fino all’altra sera.
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