Monza, imprenditori “furbetti” bocciati dal Tar

sogni_di_soldi_faciliUna sfortunata coincidenza o una truffa bella e buona? In questi torridi giorni d’agosto, ci mancava solo un ricorso al Tar degno del manzoniano dottor azzeccagarbugli a far fumare i cervelli dei giudici del Tribunale di Monza. La storia è quanto di più ingarbugliato si possa immaginare.


sogni_di_soldi_faciliUna sfortunata coincidenza o una truffa bella e buona? In questi torridi giorni d’agosto, ci mancava solo un ricorso al Tar degno del manzoniano dottor azzeccagarbugli a far fumare i cervelli dei giudici del Tribunale di Monza. La storia è quanto di più ingarbugliato si possa immaginare.

E c’è voluta tutta la proverbiale pazienza dei magistrati della Procura della Repubblica di Monza per riuscire a venirne a capo.

Padre e figlio, pur essendo titolari di due diverse imprese hanno presentato un’offerta segreta per una gara d’appalto per la realizzazione di un nuovo campo del cimitero di Monza. Alla stessa ora dello stesso giorno. E con le buste che recavano la stessa etichettatura. Con la documentazione che ha la stessa grafica, il bollettino di versamento del contributo all’autorità di vigilanza compilato dalla stessa mano, e le domande di partecipazione inviate dallo stesso numero di fax per entrambe le ditte. Troppe coincidenze?

Per nessuna ragione al mondo, hanno spergiurato in coro i due imprenditori monzesi. A loro avviso tutto ciò non bastava neppure a rendere lecito il sospetto – ben solido invece nei commissari – che padre e figlio si fossero messi d’accordo sul prezzo per la realizzazione del nuovo campo del cimitero del comune di Monza del valore di 483mila euro.

“Mere circostanze formali prive di un benché minimo significato”, le avevano bollate i due imprenditori in un ricorso contro la loro esclusione dalla gara presentato al Tar.

Ma il ricorso è stato subito bocciato. “L’approccio della parte ricorrente – hanno scritto i giudici nella sentenza – non coglie il senso e la ratio della disposizione violata”. Ovvero “il pericolo per il rispetto dei principi di segretezza, serietà e indipendenza delle offerte”. E pensare che – per evitare brutte figure – sarebbe bastato leggere bene il bando di gara.

Che recitava papale papale: “I concorrenti ritenuti in situazione di controllo o collegamento sostanziale che faccia presumere l’esistenza di offerte riconducibili a un medesimo centro di interessi e possa comportare il rischio di pregiudicare la correttezza della procedura mediante l’alterazione della segretezza, della serietà e dell’indipendenza delle offerte presentate, saranno respinti”.

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