Quindicimila no ai pozzi di petrolio in Val Curone

Quindicimila volte no ai pozzi petroliferi nella incantevole Val Curone. In tanti dai 55 comuni della Brianza monzese hanno voluto protestare contro la decisione della Po Valley di iniziare a scavare pozzi petroliferi sulle verdi e dolci colline di Montevecchia: uno del pochi luoghi incontaminati della Brianza lecchese frequentata da migliaia di appassionati di natura della Brianza monzese.


Quindicimila volte no ai pozzi petroliferi nella incantevole Val Curone. In tanti dai 55 comuni della Brianza monzese hanno voluto protestare contro la decisione della Po Valley di iniziare a scavare pozzi petroliferi sulle verdi e dolci colline di Montevecchia: uno del pochi luoghi incontaminati della Brianza lecchese frequentata da migliaia di appassionati di natura della Brianza monzese.

Promotori della raccolta di firme bipartisan sono stati alcuni comitati civici, la Lega Nord e Rifondazione comunista che si stanno mobilitando per far sottoscrivere una petizione da inoltrare alla Regione Lombardia e al ministero dello Sviluppo economico, chiedendo di accantonare la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi. Il giacimento di petrolio in Val Curone raggiungerebbe una profondità di 3.500 metri e il progetto di perforazione dovrebbe coinvolgere un’area pari a 30 chilometri quadrati. Le firme raccolta finora superano le 15 mila ma il comitato non si ferma qui.

 «Mi farò personalmente promotore di un tavolo interprovinciale tra Monza e Lecco per discutere dell’ipotesi – ha promesso il parlamentare del Carroccio Paolo Grimoldi -. L’impianto per la ricerca di petrolio e gas andrebbe a incidere anche su diversi Comuni della Brianza monzese».

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