Non ti lasciamo solo: custodi sociali a casa degli anziani in difficoltà

anziani_soliSono 2208 gli anziani soli: il 5,2 per cento dei 43mila abitanti di Seregno. Uomini e donne che hanno bisogno di assistenza e di cura. Ma soprattutto di un punto di riferimento. A casa propria. A loro ha pensato il Comune istituendo il servizio dei “custodi sociali”.


anziani_soliSono 2208 gli anziani soli: il 5,2 per cento dei 43mila abitanti di Seregno. Uomini e donne che hanno bisogno di assistenza e di cura. Ma soprattutto di un punto di riferimento. A casa propria. A loro ha pensato il Comune istituendo il servizio dei “custodi sociali”.

Non solo assistenti domiciliari. Ma vere e proprie “sentinelle sociali”. Che andranno a casa degli anziani. E instaureranno con loro un rapporto personale. Di amicizia. Con questa nuova iniziativa l’Amministrazione Mariani ha voluto dare una risposta concreta ai bisogni di anziani, persone sole, famiglie in difficoltà e in una situazione di disagio sociale.

“Una piccola rivoluzione dell’assistenza pubblica”, – spiega l’assessore alle Politiche Sociali e ai Servizi alla Famiglia Mariateresa Viganò -. “Il progetto nasce dalla volontà di ‘trasformare’ gli assistenti domiciliari – prosegue l’assessore – in sentinelle capaci di rilevare sul nascere il bisogno sociale. Per intervenire prima che il bisogno si trasformi in emergenza.”

Custodi_socialiIl servizio sarà attivato a partire da settembre. Cinque operatori del Comune, con specifica competenza nell’ambito dell’assistenza domiciliare ad anziani e disabili, saranno trasformati in “custodi sociali” attraverso un percorso di formazione specifico svolto lo scorso anno in collaborazione con la Fondazione don Carlo Gnocchi.

Il custode sociale avrà il compito di diventare un “punto di riferimento” per tutti gli anziani del quartiere e individuare le situazioni di emergenza, occasionale o meno, e non solo per gli over 65, ma per tutte le famiglie in difficoltà.

“L’Italia – aggiunge il sindaco, Giacinto Mariani – sta diventando un Paese sempre più vecchio. Per questo abbiamo promosso diversi programmi di prevenzione, a partire dagli stili di vita. Una “buona” vecchiaia si prepara adottando stili di vita sani. Sono essenziali gli stimoli culturali e fisici, per mantenere un’ autonomia che eviti la dipendenza da terzi. Il secondo punto è arrivare a una rete di servizi domiciliari e territoriali il più possibile efficienti, per mantenere l’anziano a casa sua e così evitare lo sradicamento”.

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