Lissone, Festival della Letteratura: manifestazione riuscita, solo pochi i giovani presenti
Lissone diventa la culla della cultura letteraria nelle tre giornate a tema, dai nomi floreali, che vedono protagonisti i libri e i loro autori.
Il festival, che è alla sua prima edizione, si è concluso domenica 21 giugno e ha riscosso molto successo tra il pubblico adulto, che ha interagito con domande e curiosità nei riguardi degli autori che si sono susseguiti sul palco. Si è sentita però la mancanza dei giovani nonostante gli eventi di alto livello, i temi trattati e la presenza di ospiti d’eccezione. Un fatto che mette in luce, ancora una volta la problematica legata al rapporto tra libri e ragazzi, rapporto che si sa non è sempre idilliaco.
Il clima della rassegna aveva un’impronta quasi familiare, ci si sentiva a proprio agio, grazie anche alla simpatia di Andrea Rognoni, la voce “guida” dell’evento, e il rapporto tra pubblico e protagonisti non era mai a senso unico.
Molto interessante la parte “notturna” che ha tenuto compagnia ai partecipanti fino alle 2 del mattino concludendosi poi con un “aperitivo notturno”, questi happy hour sono stati un punto fondamentale del festival che ha permesso di condividere idee ed emozioni con gli autori ed “assaporare” l’evento in loro compagnia.
{xtypo_rounded2}
“Abbiamo tutti una maschera da animale, alcuni sono dei pavoni, altri sono gallinacce, ma nel profondo, sotto questo camuffamento, siamo tutti dei piccoli pulcino che hanno bisogno di amare ed essere amati” afferma Alessandra Appiano autrice di libri umoristici, cura la rubrica “amiche di salvataggio” su Donna Moderna, questa citazione viene dal suo ultimo libro, “Le belle e le bestie” ed enuncia la sua teoria delle maschere. Alessandra esprime inoltre la sua opinione nei riguardi dei nuovi mezzi per la comunicazione, “Penso che l’innovazione tecnologica, soprattutto riguardante i social network, non faccia bene alla letteratura ma soprattutto ai rapporti con gli altri. La vita sociale si costruisce di persona non attraverso un computer”. {/xtypo_rounded2}
{xtypo_rounded2}
“Vent’anni fa ho scritto un libro che parlava d’intimità pensando che in futuro il concetto di tale parola, da parte degli uomini, si sarebbe gradualmente avvicinato a ciò che pensa il genere femminile, mi sono ritrovato invece davanti a un capovolgimento totale dove le donne visualizzano il concetto di sesso sotto un’ottica tutta maschile”, questo è ciò che pensa Willy Pasini, sessuologo e professore di psichiatria e psicologia medica all’università di Ginevra, nel suo ultimo libro intitolato “La riscoperta dell’intimità” che tratta il tema non tanto all’interno della coppia quanto all’interno della società stessa. Nel suo romanzo l’autore conia un nuovo vocabolo che sta a indicare l’opposto di intimità: l’”extemità”, parola usata per indicare i nuovi modelli di persona che vivono i rapporti non più in segreto ma mettendo tutto in mostra. L’autore parla anche dell’educazione sessuale tra i banchi di scuola “I ragazzi di oggi devono essere educati più ai sentimenti che al sesso, in quanto di quest’ultimo sanno ormai tutto, poiché hanno una visione distorta delle emozioni in coppia, derivante da apprendimenti sbagliati”. {/xtypo_rounded2}
{youtubejw}OwiwXAIltko{/youtubejw}