I nuovi imprenditori? Disoccupati e pensionati senza un centesimo in tasca
Il più grande «motore» di nuove aziende in Brianza? La crisi economica. Sono state 3800 circa 40 al giorno – il 20 per cento di tutte quelle nate in Lombardia nel primo trimestre 2009 – le imprese “figlie della crisi”. Sono state aperte cioè da cassaintegrati, donne disoccupate e operai specializzati che tentano di trovare una soluzione al drammatico problema della disoccupazione. Spesso proprio la precarietà di non avere il lavoro e’ un incentivo che stimola a rischiare e a compiere il “grande passo”.
Il fenomeno, di dimensioni regionali, è ancora più diffuso nella nostra provincia. A rivelarlo è una stima dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese e Infocamere.
Tra i neo imprenditori ci sono addirittura over 60: pensionati che aprono un’attività in proprio per arrotondare la magrissima pensione. Nel
In Lombardia nei primi tre mesi dell’anno si sono iscritte 19.331 imprese,
E in Brianza, per sostenere il lavoro,
“L’impresa resta un motore non solo economico ma anche sociale – ha spiegato Carlo Edoardo Valli Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza -. In questo particolare momento l’impresa finisce per essere un ammortizzatore sociale: la situazione va monitorata e il rischio è che le imprese una volta nate non sopravvivano. Vanno quindi sostenute affinché possano rimanere sul mercato. Come Camera di commercio abbiamo dato vita al pacchetto occupazione: si tratta di misure concrete per stare vicino alle imprese e alle persone che vi lavorano, che sono poi il vero valore aggiunto della piccola media impresa.”