“Per affrontare la questione è necessario parlare di prevenzione prima ancora che di interventi ricostruttivi – spiega il primario – perché una più ampia informazione e prevenzione significa anche un minor costo per la sanità pubblica che potrebbe così evitare i casi di invalidità sul lavoro. I casi più numerosi restano quelli delle aziende famigliari che spesso non hanno la possibilità di fare investimenti sulla sicurezza. Oppure la schiera di chi si dà al bricolage durante il week end acquistando macchine o strumenti di tipo professionale senza l’adeguata preparazione per il loro utilizzo. E così ci lasciano il dito, la mano, il braccio. Tra i settori più colpiti ci sono ancora i lavoratori del legno, gomma, plastica e metalli. Da segnalare anche un numero elevato di emigrati occupati nelle aziende che hanno poca dimestichezza con le nuove tecnologie applicate alle macchine. Alla base degli infortuni c’è spesso la ripetitività del gesto e la poca confidenza con la macchina. Infine ci sono anche i cosiddetti infortuni stagionali. Per esempio con l’arrivo dell’estate è la volta degli appassionati del giardinaggio che si feriscono con il tagliaerba”.
La specialità della Chirurgia della mano al San Serardo, dopo qualche tempo di flessione per una riorganizzazione interna, sta recuperando la propria centralità tra le eccellenze del nosocomio cittadino, come ha sottolineato il direttore Giuseppe Spata. Lo dimostrano i numeri: 2.200 gli interventi effettuati l’anno scorso, 3.000 quelli che verranno eseguiti entro il 2009 con l’obiettivo entro i prossimi cinque anni di raggiungere quota 5.000.
Grazie all’esperienza del reparto la Regione ha coinvolto il San Gerardo nella riorganizzazione territoriale dei centri specializzati in Lombardia. Secondo il programma già avviato il San Gerardo sarà alla guida di un hub per i traumi complessi e i politraumi degli arti superiori a cui aderiranno Niguarda e Multimedica.