In Brianza c’è il petrolio. Dall’Australia arrivano a cercarlo
Laggiù, a 3500 metri di profondità, nel Parco del Curone, potrebbe esserci la soluzione dei nostri problemi energetici. In Brianza c’è il petrolio. Oro nero o molto più probabilmente oro bianco: e cioè metano. Quello che già Enrico Mattei, il fondatore dell’Eni, negli anni Cinquanta aveva cercato,e trovato in Val Padana.
Lo ha rivelato una società australiana che ha chiesto l’autorizzazione per iniziare le esplorazioni. Il Ministro Scajola ha detto Ok. Ed è subito iniziata la corsa all’oro nero in Brianza. Sono 15 milioni gli euro che la società australiana Po Valley è disposta a investire per cercare idrocarburi in Brianza.
A coordinare la cabina di regia sarà il geologo Pierluigi Vecchia, 44 anni. Le verdi colline lecchesi diventeranno come il Texas? E che ne sarà dei tralci e dei vigneti del Parco del Curone? I tecnici di Po Valley rassicurano: sarà scavato un solo pozzo. Una sola “ferita” alla terra, per avviare le ricerche senza stravolgere quello che è un vero e proprio paradiso ambientale.
Comuni ed enti locali sono in allarme. Ma Po Valley rassicura: “L’ambiente naturale del Parco del Curone è straordinario. Faremo di tutto per proteggerlo, e se dovremo rovinarlo, studieremo delle adeguate compensazioni ambientali”.
Del resto, nel sottosuolo del Parco del Curone potrebbe nascondersi una vera e propria miniera d’oro. La società australiana è convinta che estrarre il petrolio o il gas naturale in Brianza potrebbe essere un vero affare. “Abbiamo chiesto e ottenuto le concessioni – spiega Vecchia – perché siamo convinti che qui si gioca il futuro energetico italiano. La concorrenza è forte e arrivare per primi è decisivo”.
Prima ancora della Po Valley, a cercare il petrolio in Brianza ci aveva pensato l’Eni. Negli anni Novanta l’ente nazionale idrocarburi aveva già effettuato una serie di sopralluoghi. Proprio da quegli studi geologici è partita l’operazione “Oro nero in Brianza”.