Se ne va il Procuratore gentiluomo

12 marzo 2009 | 05:00
Share0
Se ne va il Procuratore gentiluomo

pizziSe ne va il  Procuratore gentiluomo. Antonio Pizzi, per cinque anni capo del Palazzo di Giustizia di Monza lascerà la Brianza. Un addio già scritto: Pizzi è stato nominato nuovo procuratore generale di Bari. Lo ha deciso il plenum del Csm. Il magistrato monzese d’adozione è stato preferito all’altro candidato, Francesco Saverio Nunziante, avvocato generale nel capoluogo pugliese.

pizziSe ne va il  Procuratore gentiluomo. Antonio Pizzi, per cinque anni capo del Palazzo di Giustizia di Monza lascerà la Brianza. Un addio già scritto: Pizzi è stato nominato nuovo procuratore generale di Bari. Lo ha deciso il plenum del Csm. Il magistrato monzese d’adozione è stato preferito all’altro candidato, Francesco Saverio Nunziante, avvocato generale nel capoluogo pugliese.

Magistrato di notevoli capacità investigative, anche in Brianza Pizzi è riuscito a concludere una lunga serie di brillanti indagini. Ma si è anche messo in luce per i modi garbati e per una disponibilità e una gentilezza decisamente fuori del Palazzo. Barba grigia e occhi chiari, stimato e ammirato da tutti i colleghi, è appassionato di bicicletta da corsa. E in questi anni in Brianza nel poco tempo libero è riuscito a dedicarsi a lunghe escursioni. Ed è così che ricaricava le batterie ritrovando le energie per rituffarsi nelle indagini più complesse.

La sua inchiesta più famosa inizia il 25 gennaio 2004. Sul fascicolo ancora vuoto era scritta una sola parola “omicidio”: in apparenza, un caso uguale a tanti altri affrontati in una lunga carriera. Antonio Pizzi, ancora una volta, è stato di parola. Non l’ ha scampata, Andrea Volpe omicida confesso di Mariangela Pezzotta: oggi sta in carcere. Ma sette mesi dopo, dietro la sua ombra, altre ne sono comparse, e ora attendono in cella un processo. Mentre altre vittime, a lungo dimenticate, hanno avuto un minimo di giustizia: Fabio Tollis e Chiara Marino, scomparsi dal 1998, e ritrovati sepolti in un bosco; Andrea Bontade, Andrea Ballarin, e forse altri, spinti alla morte sulla soglia dei vent’ anni. Le indagini sui delitti delle Bestie di Satana non sono concluse, in alcuni casi si cerca ancora di definire un movente preciso, e i giorni del processo sono ancora lontani. Ma quell’ inchiesta resterà fra quelle più cupe, e più documentate, nella cronaca nera di tutto il dopoguerra.

La carta d’ identità certifica che Antonio Pizzi è nato nel 1947 a Torino (mentre i suoi venivano da Petrella Tifernina, nel Molise).  Magistrato, lo è da quando aveva ventisei anni: “Non avrei mai voluto far altro che il giudice – ha detto -. E della giustizia ho sempre presente l’ immagine tradizionale con la bilancia, il simbolo dell’ equità: piace a tutti, è il sogno di tutti”. Un maestro su tutti gli altri, nella carriera: Alfonso Beria d’ Argentine, l’indimenticato procuratore capo di Milano. E insieme a lui anche Guido Galli, collega ucciso dai terroristi rossi, con il quale Pizzi divise l’ ufficio istruzione nel capoluogo lombardo.

Nella sua ventennale esperienza di giudice istruttore presso il Tribunale di Milano si è occupato di importanti procedimenti, a cominciare da quelli in materia di bancarotta fraudolenta a carico di Carlo De Benedetti, Flavio Carboni, Angelo Rizzoli, Bruno Tassan Din, Licio Gelli, Umberto Ortolani, di Giuseppe Prisco, Franco Pazienza, Giuseppe Mazzotta, tutti connessi al dissesto del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, procedimento che coinvolgeva oltre 50 imputati. E si è occupato anche di processi in materia di terrorismo.

Dopo la tappa milanese, è approdato a Busto Arsizio, come procuratore capo.  E poi è arrivato a Monza. Ora la Procura della Repubblica di Monza dovrà attendere, a sua volta, la nomina di un nuovo magistrato che ne prenda la guida. Ed è facile prevedere che non sarà facile sostituire un magistrato tanto valido.