
“Signore, è così che proteggi i tuoi amici?” Nella parole del Cardinale Tettamanzi, che ha voluto dare l’ultimo saluto a don Silvano Caccia, c’è tutto lo smarrimento che appariva evidente sui volti delle oltre 2mila persone che hanno partecipato alla Messa nella basilica dedicata ai santi Filippo e Giacomo. La chiesa non ha potuto contenere la grande folla che ha voluto salutare don Silvano.
“Signore, è così che proteggi i tuoi amici?” Nella parole del Cardinale Tettamanzi, che ha voluto dare l’ultimo saluto a don Silvano Caccia, c’è tutto lo smarrimento che appariva evidente sui volti delle oltre 2mila persone che hanno partecipato alla Messa nella basilica dedicata ai santi Filippo e Giacomo. La chiesa non ha potuto contenere la grande folla che ha voluto salutare don Silvano.
C’erano tanti suoi parrocchiani che hanno potuto apprezzarlo solo per pochi mesi, ma tra le navate si riconoscevano i volti di chi ha percorso un pezzo significativo del suo cammino ecclesiale accanto a don Caccia, chi nella pastorale familiare, chi in Azione Cattolica, chi incontrandolo durante le tante iniziative di pastorale vocazionale che negli anni lo hanno portato a girare in lungo e in largo la diocesi.
Il mistero della morte di don Silvano Caccia, parroco di Giussano, trovato carbonizzato, giovedì sera, nella sua auto, in una piazzola di sosta della stazione di servizio Brianza est, sull’autostrada A4, in direzione Milano, con ogni probabilità resterà per sempre. L’allarme è scattato alle 21 e 15, quando alcuni clienti dell’autogrill hanno notato le fiamme alte provenire da un’utilitaria in sosta. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco che, accorsi sul posto, non hanno potuto fare altro che domare l’incendio. Subito dopo, la macabra scoperta. Dentro l’auto, con il sedile parzialmente reclinato, il corpo bruciato del sacerdote, che forse si era fermato per riposare.
Don Caccia stava rientrando da un viaggio in Trentino, dove si era recato per esercizi spirituali, con la sua Fiat Punto, alimentata a gas. Per questo gli inquirenti hanno pensato a un corto circuito all’interno della vettura stessa, o, più probabilmente a una sigaretta lasciata accesa.
Don Silvano Caccia non era un sacerdote qualunque. Nato a Trezzo sull’Adda, in provincia di Milano, dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1982, era diventato collaboratore del cardinal Carlo Maria Martini e poi responsabile dell’Ufficio famiglie della curia di Milano. Amico personale del Cardinale Tettamanzi, era considerato un pilastro della chiesa ambrosiana.
In lacrime, sabato i fedeli delle quattro parrocchie di Giussano sabato gli hanno dato l’ultimo abbraccio. La testimonianza di affetto della comunità è stata straordinaria. In tanti hanno voluto essere presenti per manifestare il proprio dolore ma anche il grande smarrimento per la fine così tragica e misteriosa del loro pastore. Per due giorni, da giovedì a venerdì, un corteo ininterrotto di fedeli ha visitato la camera ardente nella cappella dell’oratorio dedicato a don Bosco. E ieri mattina il feretro è stato accompagnato nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo da una lunga processione per le vie del centro storico, tra due ali di folla e tanta commozione. In tantissimi hanno salutato il suo passaggio affacciati alla finestra o sul balcone di casa. Molti non riuscivano a trattenere le lacrime.
Nella sua breve omelia il Cardinale Tettamanzi ha ricordato che don Silvano fu suo allievo al Seminario di Venegono, poi un suo stretto collaboratore alla Diocesi di Milano e suo amico personale: «Di fronte alla morte di don Silvano – ha detto non nascondendo il suo personale turbamento – anche noi ci chiediamo come possa il Signore permettere la sofferenza dei suoi amici. Ma – ha subito aggiunto – anche la prova, il dolore e la morte, per un prete sono parte di quell’unione misteriosa a Gesù con cui il Signore ci chiede di essere ministri della sua Alleanza». Poi una preghiera per l’anziana madre del sacerdote, per i suoi familiari e per i parrocchiani: “Invochiamo il Signore per la mamma di don Silvano e i suoi familiari”.
Il sacerdote è stato sepolto nella tomba di famiglia a Trezzo sull’Adda, dove era nato. In memoria del religioso che a lungo si era impegnato per la famiglia, la Diocesi di Milano ha dedicato una raccolta di fondi per un progetto solidale dedicato all’affido e alle adozioni (Offerte: Ccp 312272 Arcidiocesi di Milano – Causale: Sportello Anania).