Imprenditrici ecuadoriane, una realtà sempre più forte in Brianza

Il 1999 segna l’inizio dell’odissea migratoria ecuadoriana innescata da una crisi economica violenta: il prodotto interno lordo crolla del 6,3% calcolato in sucres (la moneta locale) e addirittura del 28% se tradotto in dollari. La popolazione, per risollevarsi dalla crisi, non ha che una scelta: la migrazione.
Il 1999 segna l’inizio dell’odissea migratoria ecuadoriana innescata da una crisi economica violenta: il prodotto interno lordo crolla del 6,3% calcolato in sucres (la moneta locale) e addirittura del 28% se tradotto in dollari. La popolazione, per risollevarsi dalla crisi, non ha che una scelta: la migrazione.
La grande fuga si concentra in tre anni durante i quali il 20% della popolazione abbandona il paese. Molti arrivano in Italia dapprima in numero ridotto 1.632 presenze nel 2000. Ma poi la crescita è rapidissima: si passa dai 68.880 del 2006 alla stima odierna di 150mila unità. Una comunità che si avvia a diventare la più consistente tra quelle latinoamericane in Italia con insediamenti principali a Genova, Roma e Milano. E il 62% sono donne.
Oggi, quelle donne che per anni hanno curato bambini e anziani, lavorato in fabbrica o nelle corsie degli ospedali, pulito case e uffici, hanno imparato i nostri mestieri e si sono trasformate in imprenditrici. Lo dicono i numeri: in Lombardia, su un totale di 170.866 imprese femminili, sono circa 1350 le titolari di ditte individuali che provengono dagli stati del Sud e del Centro America di cui circa il 16% provenienti dell’Ecuador. In particolare nella nostra Regione sono circa 950 i titolari di ditte individuali che provengono dall’Ecuador, di cui il 23% sono donne.
Un “riscatto” condiviso con altre donne provenienti da paesi sia europei sia extracee come rivelano i dati dell’Ufficio studi di Camera di Commercio Monza e Brianza. Su un totale di 54.552 imprese straniere 45.265 hanno titolari maschi mentre sono 9287 quelle guidate da donne. Al primo posto per concentrazione c’è Milano con 4.061 imprese “rosa” (contro 17.785 maschili); segue Brescia con 1416 aziende (maschi 5.864), Bergamo 816 (maschi 4.038), Varese 619 (contro 3.420). Monza e Brianza è al quinto posto con 485 attività in mano alle donne contro le 2.616 dirette da uomini. Infine Mantova 435 (2.477), Pavia 405 (2.493), Como 377 (2.256), Cremona 259 (1.829), Lecco 158 (913), Lodi 139 (1.177), Sondrio 117 (397).
“Negli ultimi decenni – afferma Ambra Redaelli, consigliere della Camera di commercio di Monza e Brianza e vicepresidente Confindustria Monza e Brianza – abbiamo assistito a un cambiamento del ruolo della donna nella società. Con il tempo è entrata a pieno titolo nel mondo del lavoro, ed oggi sono in crescita, specialmente qui in Brianza, anche le donne che scelgono di diventare imprenditrici. E a questo processo di crescita economica, sociale e culturale contribuiscono anche le imprenditrici immigrate”.
L’integrazione dunque, ottenuta non solo con il lavoro, ma addirittura con il lavoro autonomo, il “fare impresa”, è una conquista raggiunta, per le donne straniere, combattendo sia le difficoltà dei migranti in terra straniera, sia spesso una cultura tradizionale fortemente maschilista, tipica per esempio di Asia, Africa e soprattutto America del Sud. Come racconteranno Mariana Pazmiño e Marcela Godoy, imprenditrici ecuadoriane, durante la presentazione del libro, scritto a quattro mani da Rita Fatiguso e Josè Galvez, “Mi querido Ecuador – Le parole chiave della comunità immigrata in Italia” sabato 7 marzo, ore 16, nella sede della Camerca di Commercio di Monza e Brianza (piazza Cambiaghi, Monza).
L’incontro dibattito, che in particolare affronterà il tema “Mujeres, il ruolo della donna nel processo migratorio”, è promosso da Impresa Etnica e dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, e vedrà presenti, insieme alle due imprenditrici, Narcisa Soria Valencia, Console Generale dell’Ecuador a Milano, Renato Mattioni , Segretario Generale della Camera di Commercio di Monza e Brianza, Ambra Redaelli, Vice Presidente Confindustria Monza e Brianza, Alessia Mosca Camera dei deputati, Elsy Palacios dell’Associazione La forma de vivìr sano. “La donne dell’Ecuador sono partite per prime – sottolinea l’autore Josè Galvez – hanno prodotto reddito, hanno risparmiato e garantito gli arrivi di intere famiglie. Ma tutto ciò non sempre ha garantito a queste donne un’emancipazione reale, né ha portato al riequilibrio dei ruoli classici della coppia ecuadoriana”.