Muggiò riscopre un eroe della Patria

dsc02405m2.jpgTorna a vivere un pezzo di Risorgimento di Milano. Tutto grazie al Comune di Muggiò che ha acquisito dagli ultimi eredi della famiglia Casati - nobile stirpe milanese - il Mausoleo Casati


dsc02405m2.jpgTorna a vivere un pezzo di Risorgimento di Milano. Tutto grazie al Comune di Muggiò che ha acquisito dagli ultimi eredi della famiglia Casati – nobile stirpe milanese – il Mausoleo Casati

 

Un famedio all’interno del cimitero di Muggiò dove, nascoste tra antiche mura in rovina, fronde incolte, lapidi, epigrafi e busti impolverati riposano da due secoli alcuni grandi che fecero le pagine del Risorgimento italiano: Federico Confalonieri, il fondatore del Conciliatore, che fu protagonista dei Moti del ’20 e ’21 e finì nel carcere dello Spielberg; Gabrio e Camillo Casati, che furono i leader delle Cinque Giornate di Milano e Teresa Casati, moglie di Confalonieri. Devotissima al marito, chiese al suo amico Alessandro Manzoni una supplica da inviare all’Imperatore d’Austria per convincerlo a commutare la condanna a morte in una ai lavori forzati.

Il suo dramma ispirò Alessandro Manzoni nella creazione del personaggio di Ermengarda nell’Adelchi. Allo scrittore si deve anche la stesura del suo epitafio tombale presso il monumentale Mausoleo Casati nel cimitero urbano di Muggiò: «Consunta, ma non vinta, dal cordoglio, morì sperando nel Signore dei desolati il 26 settembre 1830». Ora il Comune di Muggiò vuole sottoporre il Mausoleo Casati a un rigoroso restauro e trasformarlo in una meta storica e turistica della futura Provincia di Monza e Brianza.dsc02398.jpg

Martedì 21 ottobre il sindaco Carlo Fossati ha incontrato il conte Pierdonato Donà Dalle Rose, marito della contessa Anna Maria Casati Stampa, ultima discendente, insieme al visconte di San Vito, della nobile famiglia. La strada concordata per l’acquisizione è quella della decadenza, presente nel regolamento dei Servizi cimiteriali del Comune. «Sono molto soddisfatto dell’obiettivo raggiunto – afferma il sindaco Carlo Fossati -. L’iter per l’acquisizione della prestigiosa struttura era partito ben 12 anni fa. Nel 2005 è ripreso con vigore ora ne vedremo il felice epilogo». Forse non tutti sanno che a Muggiò, all’interno del cimitero cittadino, è custodito il Mausoleo della nobile famiglia milanese dei Conti Casati. Qui da tempo riposano Gabrio, Camillo, Alfonso, Teresa Casati e Federico Confalonieri, personaggi illustri cui è legata parte della storia d’Italia. Nomi che si rincorrono nelle più nobili pagine della nostra storia. Federico Confalonieri, fu tra i primi ad aderire all’idea dell’indipendenza nazionale. Fondatore del periodico Il Conciliatore, su cui scrivevano Giovanni Berchet, Silvio Pellico e Carlo Cattaneo. Nel 1821 Confalonieri aveva cercato di convincere con altri patrioti, il principe Carlo Alberto a varcare il Ticino per liberare la Lombardia dalle truppe austriache. Pagò con quindici anni di carcere allo Spielberg il suo sogno di libertà e d’indipendenza. Gabrio Casati, podestà di Milano, affiancato sulle barricate dal fratello Camillo Casati, fu addirittura alla guida delle Cinque Giornate di Milano.

Durante le sommosse, capeggiò un corteo che giunse fino al Palazzo del Governo di Milano dove risiedeva il governatore austriaco e lo obbligò a firmare la costituzione della guardia civica e la convocazione di un’assemblea legislativa milanese. Un eroe che, prima, pagò con l’esilio il suo ardimento, poi, una volta costituitasi l’Italia, promulgò, come primo ministro della pubblica istruzione, la prima legge organica sull’istruzione scolastica rimasta in vigore dal 1860 al 1923. Federico Confalonieri (1785 – 1846) propugnò alcune riforme progressiste in ambito economico e sociale ed allo scoppio dei moti del 1820-21 e partecipò attivamente all’insurrezione. Cospirò con Silvio Pellico contro l’Austria. Il 13 dicembre dello stesso anno venne arrestato nella sua dimora dalla polizia austriaca e fu condannato a morte, pena poi commutata nell’ergastolo da scontare nella prigione asburgica dello Spielberg, non lontano da Brno; la pena venne commutata nel 1835 nella deportazione in America. Nel 1837 tornò clandestinamente in Italia. Animatore del liberalismo antiaustriaco, nel 1839 prese casa a Mendrisio facendo valere un antico diritto di patriziato (egli era conte), ma dopo un breve soggiorno riparò a Parigi: morì improvvisamente durante un viaggio di trasferimento tra la capitale transalpina e la Lombardia.

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.
commenta