
L’ex ministro all’Economia Pierluigi Bersani in visita a Monza, alla prima festa del Partito democratico: "ripartiamo dai problemi delle persone, siamo quelli del sociale con l’orgoglio della storia che abbiamo alle spalle"
L’ex ministro all’Economia Pierluigi Bersani in visita a Monza, alla prima festa del Partito democratico: "ripartiamo dai problemi delle persone, siamo quelli del sociale con l’orgoglio della storia che abbiamo alle spalle"
Con la concretezza che lo contraddistingue da sempre, la capacità di travasare le questioni nazionali a livello locale parlando di problemi quotidiani e il sigaro fumante, è arrivato alla prima festa del Partito democratico monzese, l’ex ministro all’Economia Pierluigi Bersani. E dopo un preambolo sul nuovo partito che deve darsi un’identità chiara e precisa e seguire valori che sono di sinistra e che lo distinguono dalla destra (come il sociale e la memoria storica del nostro passato, «L’orgoglio della storia che abbiamo alle spalle», come ha detto ad un certo punto e di una guerra che non deve più tornare), ha ascoltato le domande che gli poneva il numeroso pubblico. Sul palco, con Bersani, anche il coordinatore provinciale del Pd Enrico Brambilla e l’assessore all’attuazione delle nuova Provincia targata Mb, Luigi Ponti che ha posto l’accento sulle imminenti scadenze elettorali, quella del nuovo Ente e quella delle amministrative della prossima primavera e di come sia necessario affrontare le problematiche concrete dei Comuni e dei cittadini, «capire le esigenze del territorio» e non correre dietro ai temi lanciati dalla destra come quello della sicurezza che, a detta di Ponti, è cavalcato a spron battuto in particolare dalla Lega.
Coerenza, concretezza e valori, questi i temi e il clima che l’ex ministro è riuscito a creare durante la serata, anche con aneddoti e battute scherzose. «L’attuale Governo riesce a dare messaggi convincenti – ha esordito Bersani – E rassicuranti che poi dovrà però confermare con i fatti». Il Pd deve ripartire dalla comunicazione quindi, ma anche dall’ideologia: «Noi dobbiamo avere riconoscibilità ovunque, perchè noi siamo il partito del sociale, noi siamo il partito che deve risollevare il paese attraverso i valori». Valori e ideologie che non devono essere vuote parole («dialogo? Cosa vuol dire, parliamo di accordo e disaccordo» ha spiegato riferendosi ai rapporti tra minoranza e maggioranza), ma che devono essere tradotti in realtà concreta, la stessa vissuta dalle persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese, che sono sempre più schiacciate dalla crisi economica e che devono intravedere una via d’uscita. Valori tra i quali anche la coerenza d’essere e quindi il dovere di ogni cittadino di pagare le tasse a fronte dei servizi. Tra le risposte date al pubblico anche un messaggio lanciato chiaro e forte: basta con l’Italietta dei più furbi, torniamo a coltivare il senso civico, lo sviluppo sostenibile e non l’affarismo, la giustizia e l’equanimità per tutti, uscendo dal particolarismo individualista nel quale, grazie a 20 anni di cultura negativa e trasmessa tramite Tv, il paese è scivolato. A sentirlo parlare, nasce un pensiero, forse per qualcuno un auspicio: se il Pd avesse tra le sue fila altri 99 Bersani avrebbe già vinto, su tutti i fronti.