
Più di tremila opere d’arte realizzate dopo il 2005 da altrettanti artisti di oggi provenienti da 80 paesi del mondo e appartenenti a 150 diversi movimenti pittorici del XXI secolo: sono i numeri del nuovo grande Museo di arte contemporanea che sarà realizzato nelle sale affrescate del seicentesco Palazzo Borromeo
Più di tremila opere d’arte realizzate dopo il 2005 da altrettanti artisti di oggi provenienti da 80 paesi del mondo e appartenenti a 150 diversi movimenti pittorici del XXI secolo: sono i numeri del nuovo grande Museo di arte contemporanea che sarà realizzato nelle sale affrescate del seicentesco Palazzo Borromeo
Lo stanno costruendo, pezzo dopo pezzo, l’artista Fiorenzo Barindelli e il curatore Luciano Caramel in collaborazione con il Comune di Cesano Maderno e la Facoltà di Filosofia del San Raffaele di Milano. E una speranza: che possa diventare una delle attrazioni culturali di Expo 2015. L’allestimento sta procedendo a un ritmo vorticoso: «Le opere – spiega Barindelli, inventore del museo dello Swatch – erano 300 nel 2005, ora sono 1.200 e diventeranno 3mila entro il 2015».
Il 7 marzo 2009 per la prima volta la nuova «pinacoteca» d’arte contemporanea di Cesano Maderno, che ha un valore inestimabile e finora è rimasta custodita in un caveau segreto, per la prima debutterà di fronte al pubblico nel corso della mostra «Mille artisti a Palazzo». «Sarà una grande manifestazione – aggiunge Barindelli – nel corso della quale saranno messe in mostra i primi mille preziosi pezzi della collezione. Sarà possibile non solo ammirare le opere d’arte, ma anche parlare con gli artisti che saranno presenti in carne ed ossa a Cesano Maderno». Poi la mostra continuerà a crescere sotto gli occhi dei visitatori, fino a raggiungere, nel 2015, la quantità di 3mila opere: una vera e propria «antologia» composta dai pezzi più rappresentativi dell’arte e delle più svariate tecniche pittoriche contemporanee.
A formare la già lunghissima e variegata teoria di opere d’arte hanno contribuito i maggiori artisti degli ultimi anni. Tra i tanti, Emilio Tadini, Ernesto Treccani, Max Marra, Lorenzo Piemonti, Ibrahim Kodra, Alessandro Mendini e lo stesso Barindelli. Singolare e insieme straordinario anche il metodo con cui questo museo è stato realizzato: il semplice «passaparola». «Ho semplicemente chiesto un’opera per realizzare un nuovo museo agli artisti – racconta Barindelli – e gli artisti hanno generosamente offerto il loro contributo, inviandomi chi per posta, chi personalmente, una loro opera».