“Discesa nell’Alzheimer”

8 settembre 2008 | 01:00
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“Discesa nell’Alzheimer”

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Al via il Progetto Nad (Nanoparticles for therapy and diagnosis of Alzheimer Disease) che prevedel’uso di nanoparticelle per la diagnosi e la terapia della malattia. Cinque anni di ricerca finanziata dall’Unione Europea

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Al via il Progetto Nad (Nanoparticles for therapy and diagnosis of Alzheimer Disease) che prevedel’uso di nanoparticelle per la diagnosi e la terapia della malattia. Cinque anni di ricerca finanziata dall’Unione Europea

Discesa nell’Alzheimer per comprenderlo combatterlo con le nanotecnologie. E’ partito nei giorni scorsi il progetto Nad (Nanoparticles for therapy and diagnosis of Alzheimer Disease), una ricerca multidisciplinare che ha l’obiettivo di diagnosticare con largo anticipo e contrastare in modo efficace la malattia di Alzheimer. Lo studio, finanziato dal Settimo Programma Quadro dell’Unione Europea,  avrà un costo totale di 14,6 milioni di euro, di cui  3,8 milioni per l’Università di Milano-Bicocca, capofila del progetto.Coordinatore scientifico è il Massimo Masserini, ordinario di biochimica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia. Per l’Università di Milano-Bicocca sono tre i dipartimenti coinvolti nella ricerca: dipartimento di Medicina Sperimentale, dipartimento di Neuroscienze e Tecnologie Biomediche e dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze.

Recenti statistiche indicano che nel mondo 24,3 milioni di persone sono affette da demenza con 4,6milioni di nuovi casi all’anno (un nuovo caso ogni 7 secondi). In Europa i casi di demenza sono circa 5 milioni, di cui oltre 3 milioni dovuti alla malattia di Alzheimer. Questo valore è comunque destinato ad innalzarsi drasticamente, visto il continuo aumento delle aspettative di vita; nel 2040 è previsto che il numero di casi raddoppierà nell’Europa Occidentale e triplicherà nell’Europa dell’Est. Nonostante i numerosi progressi in ambito scientifico, che hanno permesso di interpretare le basi molecolari della malattia, ben pochi sono stati i progressi in campo terapeutico e diagnostico.

L’obiettivo dello studio, sviluppato nel campo delle nanotecnologie, è quello di realizzare nanoparticelle (NPs) in grado di attraversare la barriera emato-encefalica per raggiungere il cervello, sede principale della malattia di Alzheimer. Alle nanoparticelle verranno legate molecole in grado di riconoscere (diagnosi) e distruggere (terapia) le placche amiloidi che si depositano nel cervello in tale malattia. L’efficacia delle  NPs sarà alla fine verificata su modelli animali della malattia (ratti transgenici). Se le aspettative della ricerca saranno attese, si potrà passare alla sperimentazione sull’uomo. I risultati ottenuti potranno avere un enorme impatto nella diagnosi precoce e nella cura di una malattia ad elevato costo sociale ed alta incidenza.

La ricerca, che avrà una durata di cinque anni, si svolgerà nell’ambito della Nanomedicina, un settore di ricerca innovativo che unisce competenze mediche e tecnologiche che ha lo scopo di progettare particelle di dimensioni nanometriche  (miliardesimo di metro) con metodi altamente tecnologici per utilizzi scientifici nell’ambito della malattia di Alzheimer. Queste nanoparticelle possiedono numerosi requisiti, che le rendono uniche nell’ambito diagnostico e terapeutico. Tra le caratteristiche si segnalano alta biocompatibilità, bassa immunogenicità, assenza di tossicità, biodegradabilità, stabilità e facilità di preparazione. Il progetto Nad coinvolge diciannove partner tra centri di ricerca e piccole e medie imprese provenienti da Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Slovacchia, Svezia, Olanda, Ungheria, Finlandia, Grecia, Belgio e Inghilterra, impegnati in un connubio multidisciplinare.