Confindustria: la crisi ci ha colpito ma possiamo farcela

23 settembre 2008 | 01:00
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Confindustria: la crisi ci ha colpito ma possiamo farcela

emma.gifLa crisi economica internazionale e il deficit di infrastrutture al centro del dibattito dell’assemblea annuale di Confindustria che ha visto ospiti la presidente nazionale Emma Marcegaglia e il Ministro Roberto Maroni

emma.gifLa crisi economica internazionale e il deficit di infrastrutture al centro del dibattito dell’assemblea annuale di Confindustria che ha visto ospiti la presidente nazionale Emma Marcegaglia e il Ministro Roberto Maroni

Il vento gelido della recessione ha iniziato a spirare anche in Brianza. E «anche le aziende di casa nostra stanno soffrendo per la crisi economica» ha ammesso Carlo Edoardo Valli ieri sera all’Assemblea annuale di Confindustria Monza e Brianza. A parlare a tutta l’«azienda Brianza» che conta ieri sera a Carate Brianza sono arrivati il presidente nazionale di Confindustria Emma Marcegaglia, il Ministro dell’Interno Maroni e l’assessore regionale ai Trasporti Raffaele Cattaneo. Un segno di quanto le 70mila imprese che sono il poderoso «motore» della «locomotiva della Brianza» contino ancora e siano considerati in Italia.

Eppure, anche in un’assise così prestigiosa e – se vogliamo – celebrativa – nessuno ha messo la testa sotto la sabbia. E nessuno si è nascosto che la Brianza è in crisi. «Il 75% degli imprenditori – ha spiegato Valli nella sua relazione – si aspetta quest’anno un giro d’affari stabile o in lieve diminuzione. Il 15% sa già che subirà una contrazione del fatturato. E solo il 10% si aspetta un aumento». E non consola Valli il fatto che tutta l’Europa e anche gli Stati Uniti attraversino una pesante crisi strutturale. Ma la Brianza non è abituata a piangersi addosso. E parlare di crisi vuol dire per gli imprenditori già iniziare a superarla: «Ci stiamo impegnando – ha proseguito Valli – per trovare in noi le risorse per tornare a essere più forti e competitivi di prima. Per superare quello che è il limite del nostro sistema industriale: il bisogno di più internazionalizzazione, di crescere come dimensioni e di poter contare su meno burocrazia e su migliori infrastrutture. Penso alla ferrovia, ma soprattutto agli aeroporti e a una rete stradale più efficiente».

Domande precise e pressanti ai quali gli ospiti presenti hanno cercato di fornire una risposta convincente. «Non si può restare così – ha detto Cattaneo – La rete stradale attorno a Milano assomiglia all’ecografia di un cuore malato. Il bacino della Rhur e il Ranstad Holland possono contare su un ambiente di qualità. Eppure lì ci sono molte più strade che nella Provincia di Milano». Le nuove sfide? «Partito del no permettendo, con la Pedemontana ci connetteremo al nuovo tunnel del Gottardo, 57 chilometri in Galleria entro il 2017; i lavori per la Seregno Saronno al via entro fine anno; 11 nuovi locomotori diesel per la Monza Molteno Oggiono entro il 2010; la metropolitana M1 da Sesto a Monza Bettola e la M5 da Bignami a Monza Fossati Lamperti; e poi la Metrotramvia da Milano a Desio e a Limbiate».

Un impegno – quello per la mobilità – ribadito anche da Maroni. «Stiamo facendo di tutto per salvare Alitalia, ma non lo faremo ripianando con i soldi dello Stato a piè di lista o imbarcando i lavoratori in esubero in altri enti dello Stato come Poste o uffici statali. Questa era è finita. Ci stiamo impegnando per risanare a rendere più moderna l’Italia e anche i lavoratori Alitalia devono capire che sono cambiati i tempi e una certa Italia di ‘Paga Pantalone’ non c’è più».

A chiudere i lavori sono state le parole di Emma Marcegaglia: «Sono un’estimatrice della Brianza della Brianza tutta lavoro e concretezza. E sono convinta che qui c’è la produzione vera, e non la ricchezza dei castelli di carta che ora stanno crollando in America. Sono tempi difficili: nel 2008 l’Italia subirà una riduzione del Pil dello 0,1%. Era successo solo nel 1975 e nel 1993. il nostro Paese negli ultimi dieci anni è cresciuto dello 0,9% in meno rispetto al resto dell’Europa. Che vuol dire 150 miliardi di euro in meno per ridurre la pressione fiscale e investire in ricerca e sviluppo. Anche tra le imprese sono aumentate le chiusure e chi riesce a stare a galla ha visto ridotti i margini di guadagno. Ma anche grazie alla forza dell’azienda Brianza l’Italia può farcela a uscire dalla crisi».