Chimica: nuove norme per le sostanze pericolose

11 settembre 2008 | 01:00
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Chimica: nuove norme per le sostanze pericolose

Entra in vigore il nuovo sistema di classificazione ed etichettatura delle sostanze chimiche pericolose, dopo il voto quasi unanime del Palamento europeo. Lo scopo è la tutela di consumatori e ambiente, ma anche la riduzione dei costi per le imprese.

Entra in vigore il nuovo sistema di classificazione ed etichettatura delle sostanze chimiche pericolose, dopo il voto quasi unanime del Palamento europeo. Lo scopo è la tutela di consumatori e ambiente, ma anche la riduzione dei costi per le imprese.

Chimica: nuove norme per etichettare le sostanze pericolose

Entra in vigore il nuovo sistema di classificazione ed etichettatura delle sostanze chimiche pericolose, dopo il voto quasi unanime del Palamento europeo: 604 voti favorevoli, 9 contrari e 13 astensioni. Lo scopo è la tutela di consumatori e ambiente, ma anche di ridurre i costi per le imprese. Sulle etichette dovranno figurare pittogrammi e indicazioni di pericolo e consigli di prudenza (generali, di reazione, di conservazione e di smaltimento). Gli imballaggi dovranno essere sicuri e non attirare l’interesse dei bambini o indurre in errore i consumatori.

La reazione positiva dell’assemblea alla relazione della deputata italiana Lia Sartori approva definitivamente un regolamento che entrerà in vigore nelle prossime settimane, il giorno dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Le disposizioni previste per le sostanze chimiche si applicheranno a partire dal 1° dicembre 2010, mentre quelle per le miscele dal 1° giugno 2015.

Il regolamento armonizza i criteri relativi alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele applicando nell’UE i criteri internazionali stabiliti dalle Nazioni Unite. Prescrive inoltre che i produttori, gli importatori e gli utilizzatori a valle classifichino le sostanze e le miscele poste sul mercato, mentre i fornitori devono imballarle e etichettarle. Produttori e importatori devono poi notificare all’Agenzia europea delle sostanze chimiche, che ha sede a Helsinki, gli elementi di tali classificazione ed etichettatura, qualora non fossero stati sottoposti in base al nuovo regolamento europeo sull’etichettatura delle sostanze chimiche noto come REACH. Il regolamento, in un allegato, stabilisce inoltre un elenco di sostanze con le rispettive classificazioni ed elementi per l’etichettatura a livello comunitario. Infine, prevede un inventario delle sostanze costituito da tutte le notifiche, registrazioni e classificazioni armonizzate e dagli elementi relativi all’etichettatura.

L’obiettivo generale del regolamento è di assicurare un grado elevato di tutela della salute umana e dell’ambiente, garantendo al tempo stesso la libera circolazione delle sostanze e delle miscele nel mercato interno. L’idea è di classificare e etichettare allo stesso modo prodotti chimici identici che presentano lo stesso pericolo ovunque. Per fare un esempio oggi una determinata quantità di sostanza (come LD50) è qualificata come "pericolosa" in base alle norme delle Nazioni Unite, mentre nell’UE, in Australia, Malesia e Tailandia è indicata come "nociva", per USA, Canada, Giappone e Corea è "tossica", in Nuova Zelanda è "rischiosa" e in Cina è indicata come "non pericolosa". L’uso degli stessi criteri per identificare i pericoli dei prodotti chimici e della stessa etichettatura per descriverli permetterà dunque di accrescere la coerenza, la trasparenza e la comparabilità internazionale delle misure di tutela della salute umana e dell’ambiente. Inoltre, non dovendo valutare le informazioni sui pericoli dei loro prodotti chimici secondo diversi criteri, le imprese avranno minori costi da sostenere.

Il regolamento non si applica alle sostanze e alle miscele radioattive, a quelle assoggettate a controllo doganale, alle sostanze intermedie non isolate ed a quelle utilizzate a fini di ricerca e sviluppo scientifici che non sono immesse sul mercato. Il regolamento non si applica nemmeno ai rifiuti, nonché a sostanze e miscele destinate all’utilizzatore finale già coperte da una normativa UE, quali i prodotti medicinali e veterinari, i cosmetici, i dispositivi medici, gli alimenti o mangimi.

Una sostanza o miscela classificata come pericolosa e contenuta in un imballaggio dovrà essere provvista di un’etichetta che indichi nome, indirizzo e numero di telefono del fornitore e la quantità nominale della sostanza o miscela contenuta negli imballaggi disponibili per il pubblico, se tale quantità non è indicata altrove sull’imballaggio. L’etichetta dovrà inoltre contemplare gli "identificatori" del prodotto (ossia le informazioni che permettono di identificare la sostanza o miscela), nonché, se appropriato, i pittogrammi di pericolo e le avvertenze previste dal provvedimento stesso.

I pittogrammi di pericolo si presentano con forma di un quadrato poggiante su una punta e sono costituiti da un simbolo nero su fondo bianco, con un bordo rosso. Per i prodotti che comportano un rischio di "tossicità acuta", ad esempio, all’interno del quadrato figura un teschio del tipo usato un tempo dai pirati. L’etichetta dovrà comprendere anche le indicazioni di pericolo specifiche come il rischio di esplosione o la pericolosità per la salute, o consigli di prudenza. Il regolamento prevede peraltro disposizioni particolari relative all’etichettatura applicabile ai prodotti in gas come bombole, o fuochi d’artificio. Sono invece vietate affermazioni come"non tossico", "non nocivo", "ecologico".

Matteo Fornara

Rappresentanza a Milano della Commissione europea