
Un plauso alla Fiera dell’Agricoltura, ma quale futuro per il territorio? A porsi questa e altre domande è l’associazione Domà Nunch che sottolinea il legame tra l’Uomo e la terra che è da salvaguardare
Un plauso alla Fiera dell’Agricoltura, ma quale futuro per il territorio? A porsi questa e altre domande è l’associazione Domà Nunch che sottolinea il legame tra l’Uomo e la terra che è da salvaguardare
Allarme ambiente a Lentate. A Lanciarlo è l’associazione Domà Nunch che non può che accogliere con entusiasmo gli appuntamenti dedicati all’agricoltura e alla zootecnia, perché dimostrano il chiaro e inscindibile legame che esiste da millenni tra l’uomo e la Madre Terra. L’associazione trova invece "discutibile" l’impostazione che il sindaco di Lentate sul Seveso Massimo Sasso, che sosterrebbe che per promuovere l’agricoltura ci voglia un polo di 70 mila mq da edificare a scapito di terreni agricoli. «noi non crediamo che negli ultimi decenni sia stato proprio così, perlomeno in Insubria, dove la qualità della vita va sempre più decadendo. Strano quindi che un amministratore possa al tempo stesso di elogiare una Fiera agricola e zootecnica e
nel contempo prefigurare la fine degli antichi lavori della Terra con nuove colate di cemento!» si legge in un comunicato ell’associazione. Per Domà Nunch promuovere l’agricoltura significa pensare a porre le condizioni per animali liberi al pascolo, rotazione agraria, eliminazione di diserbanti ed ormoni per la crescita di animali, filiera corta, insomma il ritorno a un’agricoltura biologica che costituirebbe una scelta migliore rispetto alle decisioni adottate da alcune attuali
aziende agricole. Ma soprattutto, conservare le zone agricole i
terreni: «quale futuro quindi per questa nuova agricoltura a fronte di questi chiari intenti cementificatori dell’attuale amministrazione lentatese, che non differenziandosi dai suoi predecessori, rende edificabili i terreni comunali e progetta nuovi ipotetici "centri del
paese" (!) sui campi, dove ora cresce il granoturco, cancellando in poco tempo una realtà locale che ha secoli di storia?». Secondo le valutazioni del Centro di Documentazione dell’Architettura e del Territorio del Politecnico di Milano, negli anni Novanta (dati Eurostat) le costruzioni, in Italia, hanno sottratto all’agricoltura circa 2.800.000 ettari di suolo. Ogni anno si consumano 100.000 ettari di
campagna (il doppio della superficie del Parco Nazionale dell’Abruzzo). D’altra parte l’Italia è anche il primo paese d’Europa per disponibilità di abitazioni: ce ne sono circa 26 milioni (di cui il 20 per cento non occupate), corrispondenti a un valore medio di 2 vani a persona. Basta guardarsi attorno per rendersi conto delle numerose
palazzine nuove e in parte non occupate, oltre alle numerose vecchie corti lasciate in condizioni di degrado. L’associazione conclude con un appello lanciato al sindaco di Lentate, ma a tutte le Istituzioni: «Auspichiamo invece una valorizzazione delle attività agricole nel territorio lentatese e non uno "sviluppo" che conduce ancora all’ennesima speculazione edilizia, con nuovi alberghi e residenze per un territorio che non ha quelle
necessità ma che piuttosto ha bisogno di ritrovare la sua
identità culturale».