
Il deisiderio concreto delle monache del Terz’ordine francescano che sono presenti in città da oltre 20 anni. Il progetto di "Maria Madre della Chiesa" sarà presentato mercoledì 18 al cinema Metropolis in via Oslavia
Il deisiderio concreto delle monache del Terz’ordine francescano che sono presenti in città da oltre 20 anni. Il progetto di "Maria Madre della Chiesa" sarà presentato mercoledì 18 al cinema Metropolis in via Oslavia
Un nuovo monastero. Non ad Assisi, ma a Paderno Dugnano. Non nel Medio Evo, ma nel XXI secolo. Un luogo di preghiera e di spiritualità, con tanto di cappella, di chiostro e di cellette costruito in una affollata città dell’hinterland di Milano, nota come «capitale operaia» e spesso funestato da episodi di cronaca nera.
E invece no. C’è un volto più nascosto e segreto di Paderno Dugnano, che ora vuole uscire allo scoperto, e raccontarsi. Quello delle monache del Terz’ordine francescano, che sono presenti nella popolosa città di 46mila abitanti alle porte di Milano da più di vent’anni. E, in punta di piedi, portano avanti la loro opera di preghiera e di evangelizzazione. Coinvolgendo soprattutto i giovani, ma anche i fedeli delle sette parrocchie della città e ogni persona che manifesta curiosità spirituale e «sete di Dio».
Il progetto sarà presentato mercoledì prossimo, 18 giugno alle ore 21, al Cinema Metropolis, in via Oslavia, 8 a Paderno Dugnano. La serata sarà dedicata al progetto di realizzazione del monastero di clausura «Maria Madre della Chiesa», destinato a diventare la nuova casa di preghiera delle monache del Terz’ordine regolare francescano, presenti nella frazione di Dugnano da oltre vent’anni.
Il progetto è già in corsa: la prima pietra è stata benedetta
e posata sabato 24 maggio nel cantiere, aperto tra le vie Serra e Sentirone, a Paderno Duguano. Parleranno dei lavori l’architetto che lo sta curando, Carla Bettinelli, e don Sergio Stevan, un sacerdote esperto in tema di monachesimo.
Tra antico e moderno, il monastero sorgerà immerso nel verde. L’architettura riprenderà i canoni dei monasteri benedettini, con una cappella per la liturgia comunitaria, un ampio chiostro e, tutto attorno, le cellette riservate alle monache di clausura. Ci sarà anche un’area dedicata al lavoro. Una struttura insomma che negli stilemi potrebbe avere mille anni, e invece non è ancora nata.
«L’incontro – spiegano gli organizzatori – intendiamo porre in rilievo di fronte ai cittadini il valore di un luogo ed un’esperienza come quelli della clausura nel cuore della città al giorno d’oggi. Sarò possibile vivere tutte le fasi che portano alla costruzione di un nuovo monastero, proprio come avveniva nel Medio Evo». Ingresso libero.