Venosta e Soldini, musica e immagini indelebili

thumb_20080308_brucionelvento.jpg Dopo il grande successo di Falzone tornano le colonne sonore al Binario 7, tornano la musica da film e le composizioni indimenticabili


thumb_20080308_brucionelvento.jpg Dopo il grande successo di Falzone tornano le colonne sonore al Binario 7, tornano la musica da film e le composizioni indimenticabili

Ancora Lampi al Binario 7, rassegna fatta di momenti musicali vivi e di alto livello, e ancora intreccio tra musica e cinematografia, come un indissolubile legame tra immagine e suono. Il 14 e 15 marzo sarà la volta di Giovanni Venosta, che proporrà sette colonne sonore riscritte e riarrangiate da lui stesso, tratte da tutti i film di Giovanni Soldini: da "L’aria serena dell’ovest" (1990) a "Un’anima divisa in due" (1993), da "Le acrobate" (1997), a "Miracoli – D’estate" (1994), da "Pane e tulipani" (1999), a "Brucio nel vento" (2002), film che presta il titolo al concerto, fino al recentissimo "Giorni e Nuvole" (2007). Giovanni Venosta, talentuoso pianista, si appresta a portare al suo pubblico tali composizioni accompagnato da un variopinto gruppo di musicisti, composto, tra gli altri, da performers di spicco come Gennaro Scarpato, batterista partenopeo già legato ad Edoardo Bennato e Roberto Zanisi, chitarrista e unico interprete italiano di steel pan e cümbüs, già solista nella "Notte della Taranta" di Steward Copeland (The Police). Ogni musicista dell’ensemble proviene da esperienze musicali profondamente diverse tra loro, dal rock al jazz, dal folk alla classica, tanto da fare intendere fin da subito quanto sia articolata e ricca di eterogeneità ogni singola nota delle composizioni di Venosta. Ampio spazio viene inoltre concesso a strumenti etnici ed inconsueti; il mandolino, il cümbüs (strumento tipico turco lontano parente del banjo) e l’harmonium indiano. Lo stesso Venosta si cimenterà nell’utilizzo del piano preparato, invenzione di John Cage, ossia un pianoforte con corde arricchite di chiodi e mollette per modificare il timbro. 20080308_venosta.jpg

Per i lettori di Brianza le Città ecco una breve intervista con Giovanni Venosta.

Musica per film; qual è l’emozione in più che scaturisce dal comporre musica da abbinare a delle immagini?
L’emozione più forte è quella scaturita da quella sorta di sfida che si instaura ogni volta che mi accingo a comporre una nuova colonna sonora. La musica per film, non dimentichiamolo, è principalmente musica di compromesso, compromesso tra i gusti e le esigenze -per quanto riguarda efficacia, durata, presenza nelle scene- del regista rispetto a quelle del compositore. Bisogna in qualche modo limitare il proprio "ego" artistico per andare incontro a quelle che sono le reali esigenze del film, con risultati spesso contrastanti. Appagamento e talvolta un poco di frustrazione viaggiano a braccetto.

"Brucio nel Vento", "Giorni e Nuvole", "Pane e Tulipani"; qual è il film per cui è stato più soddisfacente comporre?
Senz’altro "Brucio nel vento", sia per la soddisfazione per il lavoro svolto, sia perché ad oggi è il film di Soldini che preferisco.

C’è nella sua musica ampio gusto per la sperimentazione, per l’uso di strumenti inconsueti, etnici. Si sente un musicista d’avanguardia?
Fare "avanguardia" quando si scrive musica per film sembra quasi una contraddizione in termini.Il cinema -a meno che non si tratti di cinema sperimentale- è un’arte che costa, e per rientrare in determinati costi deve essere visto dal maggior numero di persone. L’avanguardia raramente è assorbita dalla massa, almeno in un primo momento, non ce la si può "permettere". Ascoltando le colonne sonore prodotte oggigiorno, semmai posso sentirmi un musicista un po’ fuori dagli schemi, soprattutto per l’approccio più timbrico che melodico che generalmente do alle mie colonne sonore. L’avanguardia pura l’ho conservata per le composizioni svincolate dalla musica per film.

Quella con Soldini è una collaborazione che dura da diversi anni, ci può parlare di come è nata o di qualche momento saliente del vostro sodalizio?
La nostra collaborazione nasce, come succede sovente, da una casualità. Un mio carissimo amico fin dalle elementari, Giorgio Garini, -già aiuto regista di Soldini e oggi affermato documentarista- mi presentò Silvio poco prima che iniziasse a girare "L’aria serena dell’ovest". Da quel momento ho scritto le colonne sonore di tutti i suoi lungometraggi e del corto "Miracoli  – D’estate". Il fatto di lavorare insieme da così tanti anni -all’incirca 20 ormai- da un certo punto di vista semplifica il lavoro; a questo si aggiunga il fatto che da qualche anno abitiamo a 100 metri di distanza l’uno dall’altro, e questo fa sì che ci si possa incontrare più facilmente per ascoltare e discutere sulla musica da utilizzare per un dato progetto.

Come si trova a suonare a Monza e Brianza?
Nelle esperienze passate ho sempre trovato un pubblico molto attento ed entusiasta. Mutuando un’espressione dal mondo dello sport, sembra quasi di suonare "in casa".

Definito da Morando Morandini "il più emozionante spettacolo di musica cinematografica", questo evento si prepara a rimanere scolpito nella memoria del pubblico che sarà presente in platea il prossimo weekend, per una rassegna dove tutto è musica e, dove non è musica, è immagine indelebile.

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