Svizzera: a novembre addio frontiera

Dal 1 di marzo è entrato in vigore l'accordo che estende alla Svizzera l'area di libera circolazione delle persone nell'Unione Europea (Zona Schengen). Un dispositivo che sarà attivo concretamente entro il mese di novembre


Dal 1 di marzo è entrato in vigore l’accordo che estende alla Svizzera l’area di libera circolazione delle persone nell’Unione Europea (Zona Schengen). Un dispositivo che sarà attivo concretamente entro il mese di novembre

Se tutto va come previsto, a novembre di quest’anno spariranno i controlli alle frontiere con la Svizzera. E’ infatti entrato in vigore il 1° marzo scorso l’accordo che estende l’area di libera circolazione delle persone dell’Unione europea (la cosiddetta "Zona Schengen") alla Svizzera. Ora si attende che l’accordo venga effettivamente realizzato attraverso l’adozione delle misure concrete di accompagnamento che riguardano le infrastrutture previste.

E’ in corso la valutazione dei parametri previsti dall’accordo presso le competenti autorità doganali e di polizia in relazione ai sistemi di scambio delle informazioni, in particolare sugli ingressi nel territorio di cittadini extracomunitari e i controlli di frontiera negli aeroporti. Il calendario definito congiuntamente dall’Unione europea e dalla Svizzera prevede la fine di questa valutazione entro l’estate, e subito dopo la fissazione da parte dei Paesi dell’Unione europea di una data per l’abolizione dei controlli alle frontiere. Dalle notizie che circolano a Bruxelles, questa scadenza è prevista attorno al prossimo mese di novembre.  

Dal 21 dicembre scorso nove Paesi dell’Europa centrale e orientale sono entrati nella "Zona Schengen" Questo significa che adesso si può viaggiare senza essere fermati alle frontiere in ventiquattro Paesi: i quindici che già avevano abolito i controlli circa dieci anni fa (Italia, Austria, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Danimarca, Svezia e Finlandia, oltre a Norvegia e Islanda anche se non fanno parte dell’UE), più i nove nuovi arrivati da est (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Lituania, Lettonia, Estonia e Malta). Per l’Italia, quindi, quella con la Svizzera è l’ultima frontiera di terra rimasta.

La Svizzera aveva approvato l’ingresso nella zona di libera circolazione delle persone dell’UE con un referendum popolare nel 2005 con il 54% di voti a favore. Allo stesso tempo, la Confederazione si era espressa favorevolmente anche sull’adesione all’accordo di Dublino che regola la concessione dei visti ai cittadini extra-europei. Gli stessi accordi saranno estesi, secondo procedure e calendario simili, anche al Liechtenstein, paese salito recentemente alla ribalta per le note vicende legate alla fiscalità.

     Matteo Fornara

Rappresentanza a Milano della Commissione europea

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