Una rete per combattere la violenza sulle donne

20070322violenza1.jpgPresentata a Milano la Rete che unisce i tredici centri lombardi impegnati nel sostegno delle donne vittime di violenza.


20070322violenza1.jpgPresentata a Milano la Rete che unisce i tredici centri lombardi impegnati nel sostegno delle donne vittime di violenza.

Aumenta la violenza contro le donne e i centralini delle case d’accoglienza per donne maltrattate sono presi d’assalto dalle richieste d’aiuto. «Non vogliamo ancora parlare di situazione d’emergenza ma è evidente che il fenomeno è in netta crescita. Non serve allarmismo, serve una maggiore attenzione e più responsabilità da parte della società civile e delle istituzioni». A lanciare l’allarme è Marisa Guarneri, storica fondatrice della casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano, che insieme alle colleghe di altri tredici centri antiviolenza della Lombardia (Bergamo, Brescia, Como, Crema, Cremona, Lecco, Milano, Merate, Monza, Pavia, Pieve Emanuele, Varese), hanno deciso di unificarsi e istituire la Rete Lombarda affinché sia più facile dialogare con le istituzioni e soprattutto offrire un servizio di sostegno migliore alle vittime della violenza maschile.

Già perché le cifre del fenomeno lasciano sgomenti: sono stimate in 6 milioni 743 mila le donne, da 16 a 70 anni, vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita (il 31,9% della classe di età considerata). Circa 5 milioni di donne hanno subito violenze sessuali (23,7%), 3 milioni 961 mila violenze fisiche (18,8%). Circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri (4,8%). Il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia attuale o precedente ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner, se si considerano solo le donne con un ex partner la percentuale arriva al 17,3%. Il 24,7% delle donne ha subito violenze da un altro uomo. Questa è la fotografia dell’indagine che l’Istat nel 2006, per la prima volta, ha dedicato esclusivamente al fenomeno della violenza fisica e sessuale.

Una situazione che si è aggravata in questi anni e che viene denunciata dai centri antiviolenza della Lombardia che nel solo 2007 hanno accolto 2mila donne terrorizzate. «Ancora oggi la difficoltà per le donne è riuscire a capire di essere vittime di una violenza intollerabile – spiega Patrizia Villa del Cadom di Monza – resta arduo  per una donna  riconoscere la violenza e dirla, denunciarla. C’è ancora troppa poca formazione specifica nelle persone che incontrano queste donne. Si pensi alla polizia locale, alle forze dell’ordine o agli stessi operatori sociali. Perché il percorso che porta una donna a volersi liberare dalla violenza è lungo e complesso e pertanto ha bisogno di spazio d’ascolto e di tanto sostegno. Un sostegno che troppe volte non c’è a livello istituzionale dove il sistema sociale è ancora troppo coniugato al maschile».

Non solo. Il vero problema è che anche le reti d’aiuto esistenti si trovano a dover far fronte ad un fenomeno che è cambiato, si è modificato. «Purtroppo – precisa Marisa Guarneri- la violenza di cui le donne sono vittime oggi è ben diversa da quella di 20 anni fa. Allora le situazioni gravi si scatenavano dopo un lungo periodo di incubazione per cui i servizi territoriali avevano il tempo per affiancare la donna. Oggi invece la violenza viene agita in tempi brevissimi e i servizi esistenti non sono in grado di intervenire tempestivamente. Manca una vera formazione per il personale di forze dell’ordine, polizia locale, operatori sociali capaci di capire la gravità del fenomeno prima che esploda in omicidio».

Il maltrattamento alle donne ha un costo sociale pesantissimo perché coinvolge la famiglia e soprattutto i figli. Per questo il Comune di Milano, in collaborazione con i centri antiviolenza, sta predisponendo un corso specifico di formazione per la polizia locale. Ma serve soprattutto che anche la Regione Lombardia, tre le ultime in Italia, approvi una legge specifica contro la violenza alle donne. Per poter fare pressione sul Pirellone il prossimo 4 marzo, grazie all’impegno di Arianna Censi, consigliere della Provincia di Milano e coordinatrice pari opportunità delle province italiane, si terrà un tavolo tra esponenti provinciali e centri antiviolenza per definire un testo base da portare in discussione al Pirellone dove le consigliere del Pd Sara Valmaggi e Ardemia Oriani sono già pronte a dare battaglia.

 

 

 

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