San Gerardo: ricerca innovativa sulla sarcoidosi

20080206san-gerardo.jpgL'ospedale monzese sarà capofila di una ricerca finanziata dall'Agenzia Italiana per il Farmaco che coinvolge undici centri specialistici


20080206san-gerardo.jpgL’ospedale monzese sarà capofila di una ricerca finanziata dall’Agenzia Italiana per il Farmaco che coinvolge undici centri specialistici

Uno studio sulla sarcoidosi, malattia polmonare rara che coinvolge undici centri italiani esperti nella cura della malattia, avrà nel San Gerardo il centro capofila. Responsabile della ricercai infatti, che durerà 27 mesi, è stato nominato il professor Alberto Pesci, Direttore della Clinica Pneumologia del San Gerardo e docente presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano Bicocca. L’impegno scientifico del team coordinato da Pesci è stato finanziato dall’Aifa (l’agenzia italiana per il farmaco) con un investimento di quasi 295.000 euro. L’Aifa propone nuove modalità, iniziative e interventi  finalizzati alla ricerca scientifica nei settori strategici del farmaco: una parte di proprie risorse finanziarie è destinata, appunto,  per le ricerche sull’uso dei farmaci e, in particolare, per sperimentazioni cliniche comparative fra farmaci tese a dimostrarne il valore terapeutico.

Ma cos’è la sarcoidosi ?  «E’ una malattia infiammatoria originata da una causa ancora sconosciuta – spiega Alberto Pesci – che può colpire ogni organo ed apparato del corpo umano, in particolare il polmone, la cute, il sistema linfatico e l’occhio».

La malattia può risolversi spontaneamente, ma talora è progressiva e se non trattata può causare gravi danni agli organi colpiti. I cortisonici a dosaggio medio-alto per periodi prolungati sono il trattamento di prima scelta. Purtroppo, però, tale terapia è gravata da numerosi effetti collaterali quali l’ipertensione, il diabete, la cataratta, l’osteoporosi e altro ancora.

«Il nostro studio – continua lo specialista del San Gerardo – si propone di dimostrare che l’associazione di idrossiclorochina (un vecchio farmaco antimalarico) e bassi dosaggi di cortisonici è efficace quanto gli alti dosaggi di cortisonici nel trattamento della sarcoidosi polmonare progressiva , per di più  con una scarsa tossicità».

La ricerca , scelta tra alcune centinaia di altri progetti, è stata approvata e finanziata dall’Agenzia Italiana per il Farmaco perché ritenuta decisamente innovativa. Di più: non promette alcun costo aggiuntivo per il sistema sanitario nazionale, considerato proprio il basso costo dell’idrossiclorochina.

Lo studio è una grande occasione per fare un po’ di luce sulle patologie polmonari rare e meno frequenti e, per questo,  meno conosciute e trattate.

Gli specialisti che da anni studiano queste tematiche auspicano che venga data attenzione ad esse poiché è sempre più necessario ottenere mezzi  per la ricerca e per lo studio  della diagnostica e delle terapie.

«Il problema delle malattie rare – chiosa il professor Pesci – è del resto una questione  annosa che costituisce un punto dolente riassumibile in un semplice  assioma: per pochi pazienti le case farmaceutiche non possono  investire gli imponenti  capitali necessari alla ricerca. Capitali  che non avranno mai una resa diretta. Tuttavia , grazie anche alle nuove normative europee ed italiane sui farmaci orfani ,qualcosa sta cambiando».

 

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