Pedemontana? Nasce vecchia e inutile

20080211_pedemontana1.jpgAspre critiche, in nome  del cambiamento climatico e della qualità della vita, alla realizzazione dell'autostrada che collegherà la Lombardia alla Svizzera


20080211_pedemontana1.jpgAspre critiche, in nome  del cambiamento climatico e della qualità della vita, alla realizzazione dell’autostrada che collegherà la Lombardia alla Svizzera

 

L’ultima presentazione della Pedemontana che ha concluso il Road show a Milano nella sede del Sole 24Ore, non ha convinto i cittadini che da anni si battono perché il progetto venga annullato. In particolare l’associazione Parchi del Vimercatese ha diramato un comunicato stampa in cui, pur non negando che «in Lombardia ci sia un problema legato al traffico, ci pare – scrivono gli esponenti del comitato – che l’approccio non tenga conto di vari aspetti che ormai caratterizzano la nostra epoca. In altre parole le modalità previste ora per la realizzazione della Pedemontana sarebbero state auspicabili all’epoca dell’Autostrada del Sole nel lontano 1964: oggi sono vecchie. La Pedemontana é inutile». Da questo presupposto i cittadini fanno seguire una serie di riflessioni a partire dall’erroneo concetto di benessere che, nel caso della Pedemontana viene legato alla competitività invece che messo in relazione con la qualità della vita.  In realtà, secondo l’associazione Parchi del Vimercatese, basterebbe osservare l’impronta ecologica dell’Italia dal satellite. «Dati che – precisano nel comunicato  – sono stati presentati dal Presidente Barroso (http://www.ewire.com/display.cfm/Wire_ID/2649) per mostrare l’impatto ambientale dei vari stati europei sull’ambiente. Da essi emerge che stiamo consumando risorse ben al di là della capacità di rigenerazione dell’ambiente in cui viviamo e la Lombardia é ai primi posti. Le immagini da satellite rielaborate del carico medio di biossido di azoto in Europa non sono fantasia: le macchie più scure stanno concentrate in pochi posti come la Ruhr, il Belgio, il centro di Parigi, di Londra. La Pianura Padana,  dove si vorrebbe realizzare la Pedemontana, é una delle più estese e scure».

La cosa che evidentemente fa "paura", secondo gli ambientalisti della Brianza Est, é il dover accettare che in Lombardia l’ambiente é sovrasaturo a causa di una urbanizzazione incontrollata, che occorre prendere subito provvedimenti radicali e innovativi e che quindi, se ci sono soldi, questi dovrebbero essere spesi per costruire – ora, non tra dieci  anni – quelle infrastrutture che permettano di mantenere stili di vita dignitosi in situazioni critiche. In particolare, dicono gli ambientalisti: «il trasporto su gomma é una delle forme meno razionali che siano state inventate. La Pedemontana lo mantiene con ulteriore impiego di territorio agricolo. Chiediamo quindi a fronte di un potenziamento del trasporto pubblico che farebbe diminuire il traffico, la razionalizzazione della viabilità esistente senza spreco di ulteriore territorio».

Da qui poi vengono suggerite una serie di iniziative per migliorare la situazione: «Vogliamo dare lavoro alle imprese, creare lavoro? Facciamolo con la messa in cantiere di opere che effettivamente abbattano gli impatti, siano socialmente e ambientalmente sostenibili. Esempi? La messa in efficienza energetica di tutta l’edilizia lombarda ben lontana dai 70 KWh/ mq anno e che farebbe risparmiare emissioni ben di più di 100 Pedemontane. La difesa e l’incremento di una agricoltura locale sana.  La creazione di un sistema di trasporti efficiente.  La decostruzione di tanti mostri edilizi che sono stati realizzati nel tempo. Il ripristino di corridoi biologici perché la vita degli umani dipende anche dalla vita di tanti esseri di cui ignoriamo la funzione e la bellezza».

Gli ambientalisti criticano duramente l’inutilità dell’investimento: «ci chiediamo come si possano anticipare soldi per una autostrada che dovrebbe essere pronta nel 2015 che costa 4115 miliardi di euro e che dovrebbe dare un ritorno economico solo con i pedaggi. Nel 2005 si scriveva che con livelli di domanda energetica del 2003 (senza Cina e l’india in vertiginosa espansione…)  la durata del petrolio sarebbe stata di circa 40-45 anni.  Chi avrà tra qualche anno i soldi per pagarsi macchina, benzina e pedaggi? E le restrizioni prossime venture dovute agli effetti del cambiamento climatico? I politici hanno ragione nel dire che la Pedemontana sarebbe un miglioramento, ma per una persona chiusa in una stanza dove gira un motore fatiscente, la sua sostituzione con un motore più efficiente non cambia di molto la prospettiva: ad un certo punto mancherà comunque l’aria».
Dito puntato anche contro l’assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo «che vuole tenere in mano la pianta e la betoniera: é ora di rendersi conto che queste immagini tranquillizzanti che sembrano salvare capra e cavoli e permettono di tirare avanti sino alla prossima elezione non reggono più; noi come cittadini chiediamo un sistema di trasporti pubblici che renda poco attraente l’uso della macchina, vogliamo un trasporto di merci tramite treno e delle stazioni di scambio intermodale, vogliamo filiere corte, vogliamo sicurezza alimentare, vogliamo mantenere dei paesi vivi socialmente ed economicamente grazie anche a forme di commercio diffuso. Vogliamo la Dorsale Verde prevista dalla Provincia di Milano, vogliamo un contenimento del numero degli abitanti dei nostri paesi, vogliamo una rete funzionante di parchi di interesse sovracomunale. Come cittadini esigiamo la conservazione della bellezza del paesaggio che ci circonda e che vogliamo raggiungere in bicicletta. Perché la bicicletta va grazie ai nostri muscoli che traggono energia dal cibo che vogliamo veder coltivato anche intorno ai nostri paesi».

Infine gli ambientalisti sottolineano un unico vero elemento di novità rispetto al passato: l’approccio del nuovo Presidente di Pedemontana Spa, Fabio Terragni. Perché costui «si fa carico di proporre un coinvolgimento vasto della popolazione dei territori, fatto indubbiamente inconsueto nel panorama italiano, dopo anni di insensibilità. Tuttavia speriamo vivamente che questo approccio non si trasformi nel corso del tempo come "un contentino" per le Associazioni ambientaliste e per la popolazione interessata».

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