Al Teodolinda la regina parla inglese

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Ritornano i film in lingua originale della rassegna Sound & Motion Pictures: ogni lunedì il pubblico monzese rinuncia all'abitudine tutta italiana del doppiaggio


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Ritornano i film in lingua originale della rassegna Sound & Motion Pictures: ogni lunedì il pubblico monzese rinuncia all’abitudine tutta italiana del doppiaggio

Da lunedì 11 febbraio, nelle sale del centralissimo Teodolinda ha ripreso la consueta rassegna monzese Sound & Motion Pictures.

L’iniziativa propone anche quest’anno i maggiori titoli della stagione in lingua originale, secondo un calendario particolarmente ricco. Ogni lunedì sono infatti previste dalle tre alle quattro proiezioni dello stesso film, con un investimento nella fascia pomeridiana che a Monza non è una novità: basta pensare alla storica rassegna A cinema con tè, che si fonda proprio sull’orario inconsueto dei suoi spettacoli.

Come già sottolineato ad ottobre, l’offerta monzese si distingue per uno sforzo di adeguamento intelligente alla domanda: a partire dalla concertazione unitaria del cartellone (ogni sala propone titoli diversi) fino alla politica di prezzi ribassati per i giovani e gli abbonati.

La rassegna in lingua originale è in questo contesto un elemento coerente e coraggioso, considerando la storica avversione degli italiani per i sottotitoli.

Quella del doppiaggio costituisce infatti una vera e propria marca distintiva del mercato nostrano, risalente alle politiche nazionaliste del Ventennio e tramandatasi fino ad oggi. Nel resto del mondo la pratica è assai meno diffusa, e in parecchi Paesi è totalmente assente.20080215_doppiaggio.jpg

Va detto che nel corso degli anni – proprio in virtù della sua sistematica attuazione – questa prassi si è notevolmente affinata, tanto che il doppiaggio italiano è considerato il migliore nel mondo. Questo argomento viene spesso utilizzato dai suoi fautori, insieme alle notevoli qualità espressive dei cosiddetti dub artists: attori del calibro di Romolo Costa, Emilio Cigoli, Ferruccio Amendola, che con il loro talento hanno contribuito non poco al fascino dei Grandi Divi hollywoodiani.

C’è anche da dire, tuttavia, che i rovesci della medaglia ci sono e sono parecchi. Il doppiaggio è per sua natura un’operazione molto invasiva, che altera immedicabilmente il testo di partenza. Molte situazioni di risulta risultano inoltre paradossali, per quanto lo spettatore italiano vi sia ormai abituato: personaggi di lingua diversa si esprimono tutti in italiano, senza però capirsi tra loro; battute nella lingua del sì sostituite da battute in spagnolo per conservarne l’impatto “esotico”; interpreti che perdono la loro funzione per diventare commentatori o consiglieri, eccetera.

Andrebbe poi considerato l’effetto della censura, delle traduzioni stravolte per motivi di sincrono, dei dialetti usati a sproposito: ma di qui si esce dal discorso del doppiaggio per sconfinare nelle più problematiche terre dell’adattamento.

Resta, da ultimo, un dispiacere: perché i film della rassegna monzese sono tutti anglofoni? A due passi dal Teodolinda, in fondo, sventola una bella bandiera con un cerchio di stelle su campo blu. Non sarebbe una cattiva pensata provare ad allungare un po’ l’orecchio in quella direzione: il cinema serve anche a questo. 

Il programma e le informazioni sugli orari e i biglietti sono disponibili sul sito della rassegna.

 

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