Un altro mondo è possibile?

20070413oltrespecieGli attivisti di Oltre La Specie condividono la speranza che un giorno non ci saranno più animali costretti a soffrire per causa dell'uomo. Da oggi a domenica 15 aprile sono alla Fiera di Milano a Fa' la cosa giusta.


20070413oltrespecieGli attivisti di Oltre La Specie condividono la speranza che un giorno non ci saranno più animali costretti a soffrire per causa dell'uomo. Da oggi a domenica 15 aprile sono alla Fiera di Milano a Fa' la cosa giusta.

Sono una ventina di soci e si riuniscono ogni primo mercoledì del mese, dopo cena, alla Casa del Volontariato di via Correggio a Monza. Gli attivisti di Oltre La Specie (www.oltrelaspecie.org) sono tutti volontari e si battono per garantire  agli animali il diritto alla vita, alla non-sofferenza e alla libertà.

Che cosa significa essere antispecisti?

"Noi non discriminano gli animali in base alla specie di appartenenza", ha spiegato Alessandra Galbiati, presidente dell'associazione. "Piuttosto, cerchiamo di diffondere il più possibile tutto ciò attorno a cui  ruota l'universo orrorifico della sofferenza animale".

Perché è difficile, per la gente comune, capire i messaggi che cercate di trasmettere?

"La questione più spinosa è sicuramente quella che riguarda l'utilizzo dell'animale come cibo. Se pensiamo che l'industria della carne è, a livello mondiale, seconda per importanza dopo quella del petrolio, ci si rende facilmente conto della difficoltà di poter parlare di vegetarismo. Le persone sono spesso disposte a confrontarsi e inorridire sulla vivisezione, sui circhi e sulla caccia, possono scandalizzarsi pensando alla crudeltà gratuita delle pellicce o forse anche della lana, ma è difficile che mettano in questione le proprie scelte alimentari. Sembra che la vita e la sofferenza di un maiale siano irrilevanti di fronte al presunto diritto al prosciutto. Eppure sono 1.500 gli animali che ogni singolo secondo vengono ammazzati nel mondo per l'alimentazione umana; 1.500 animali che nascono, crescono, soffrono, muoiono per finire sulle nostre tavole".

E' un problema etico?

"La questione etica è senz'altro primaria, ma vi sono anche altre ragioni importanti per cui sarebbe preferibile non allevare gli animali. Un bovino, produce circa 50 kg di proteine consumando circa 790 kg di proteine vegetali. L'inefficienza di questo sistema va a discapito di chi, non potendone pagare il prezzo, deve necessariamente morire di fame e di sete: il 70% dell'acqua utilizzata sul pianeta è, infatti, consumato dalla zootecnia e dall'agricoltura. In questo sistema inefficiente, la terra è solo terreno per coltivare mangimi animali o terreno di pascolo per gli animali stessi. Tutto questo determina desertificazione, distruzione delle foreste pluviali, perdita della biodiversità vegetale e animale, consumo delle riserve d'acqua potabile, aumento dell'inquinamento organico, e, alla fine, tutto ciò contribuisce in maniera significativa al riscaldamento globale del pianeta".

Voi siete tutti vegetariani?

"Nel nostro Statuto è scritto che chi fa parte del consiglio direttivo deve esserlo. Con conferenze, traduzione di libri, attività nelle scuole, tavoli informativi, feste gastronomiche, siti web, produzione di materiale cartaceo, e così via, cerchiamo di comunicare alle persone che gli animali sono portatori di diritti e che pertanto è eticamente ingiustificabile la sofferenza che infliggiamo loro, anche quando li mangiamo".

Quali sono le vostre attività in concreto? Che  collaborazioni avete?

Nell'ultimo anno abbiamo svolto molte attività e di tipo diverso. Abbiamo raccolto fondi per un'associazione animalista di Beirut che si è trovata in improvvisa difficoltà a causa della guerra e  varie migliaia di euro per aiutare i cani di Porto Empedocle che da anni versano in una situazione vergognosa. Abbiamo sostenuto economicamente Campagne per gli Animali (www.campagneperglianimali.org) e il santuario per animali da reddito "Porci Comodi" di Magnago (www.vitadacani.org). Abbiamo collaborato e sosteniamo la campagna Aip (Attacca l'industria della pelliccia; www.campagnaaip.net), affinché Rinascente e Upim cessino di vendere capi in pelliccia o con inserti di pelo. Cerchiamo di partecipare alle uscite antibracconaggio della Lac (Lega abolizione caccia). Abbiamo tradotto, per Sonda, Gabbie Vuote di Tom Regan, il padre mondiale della filosofia dei diritti animali, e sempre per Sonda stiamo curando l'uscita di un importante libro di Jim Mason, autore molto noto in America, ma ancora non entrato nell'agenda del dibattito culturale italiano. Abbiamo pubblicato un opuscoletto e un sito (www.oltrelaspeciejunior.org) di introduzione all'antispecismo per i più giovani, senza immagini cruente o scioccanti".

E in questi giorni, su che cosa state lavorando?

"Dal 13 al 15 aprile partecipiamo a Fa la Cosa giusta (www.falacosagiusta.org), la fiera dei consumi critici e dei sistemi di vita sostenibili in programma a  Milano. Il 12 maggio saremo a una conferenza, organizzata da Creda, sui diritti degli animali. Il 5 e il 26 maggio faremo altre due conferenze, presso la Casa del Volontariato.  Infine, stiamo già lavorando per organizzare Veganch'io, la festa antispecista in programma a Brugherio  dall'8 all'10 giugno. L'anno scorso è stata un successo e quest'anno abbiamo deciso di replicare. Si potrà gustare ottimo cibo vegano e partecipare a dibattiti e attività ludiche e didattiche organizzate per i bambini".

Chi è vegan?

"Vegan  è chi non si nutre di animali e derivati e non utilizza latticini e uova perché sono prodotti correlati allo sfruttamento animale. Siamo pochi anche se, lentamente, qualcosa inizia e cambiare. Alcuni medici iniziano persino a sbilanciarsi a favore di una dieta vegana".

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