Livia Turco: sanità, diritto uguale per tutti

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In un Binario 7 pieno in ogni ordine di posti, il ministro ha ribadito che il diritto alla salute si basa sul bisogno della persona, non sulla sua ricchezza o regione di residenza.


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In un Binario 7 pieno in ogni ordine di posti, il ministro ha ribadito che il diritto alla salute si basa sul bisogno della persona, non sulla sua ricchezza o regione di residenza.


Livia Turco, ministro della Sanità, arriva al Binario 7 per un incontro sul tema: "Monza, città in salute" in una giornata segnata da un'aspra e continua polemica con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.

Tutto era iniziato con un'intervista pubblicata dall'Espresso in cui la Turco criticava le scelte del Pirellone: «Il 118 trasformato in fondazione? È una scelta che non condivido – avava detto la Turco –  Mi stupisce che la Lombardia voglia compiere un passo del genere e di fronte a questa ipotesi provo una grande preoccupazione».

Non è solo il ministro a dichiarare guerra alla trasformazione del 118 in una fondazione che vede l'ingresso dei privati; a contrastare vigorosamente questo progetto è sceso in campo anche il sindacato con l´inizio del presidio permanente che, da ieri, Cgil-Cisl e Uil hanno organizzato in via Pola, davanti alla sede dell'assessorato regionale alla Sanità. Il Governatore aveva risposto in modo sprezzante sia ai lavoratori che alla Turco: «I sindacati dovrebbero occuparsi di difendere gli interessi dei lavoratori invece di occuparsi di una cosa che non esiste – aveva detto Formigoni, proprio a Monza, in occasione di un convegno con i commercianti – Quanto al Ministro, non capisco proprio perché perda tempo a venire in Lombardia a controllare lo stato della sanità. Farebbe meglio ad andare in altre Regioni dove la situazione è disastrosa. E se proprio vuole interessarsi della Lombardia, dovrebbe venire a imparare quali sono le eccellenze della nostra sanità».

La risposta della Turco è stata una pesante bordata. «Formigoni dovrebbe preoccuparsi del fatto di gestire  la sanità più cara d'Italia. Lo Stato ha dato alla Regione 900 milioni in più per l'assistenza e trecento milioni, più di quanto Berlusconi gli aveva dato in 5 anni, per gli investimenti – ha ricordato –  Se il ticket lombardo è il più caro d'Italia  la colpa è del Pirellone».
Gli echi di questo duello sono rimbalzati anche nella serara del Binario 7. La Turco ha dedicato larga parte del suo intervento a riflessioni di carattere generale sul ruolo della sanità che deve essere «pubblica, universalistica e solidale».

Il ministro ha raccolto gli spunti che gli interventi svolti nel corso della serata da parte di amministratori e operatori della sanità e del sociale le hanno offerto: «Ho riscontrato una grande sintonia tra le suggestioni evocate questa sera e l'operato del governo» ha detto. Interventi che si sono sviluppati un po' in chiaro scuro: le luci sono stati i richiami di chi opera nel sociale, dalla Caritas alle residenze sanitarie assistite, le case di riposo, sulla necessità di sostenere l'assistenza agli anziani, ai malati di Alzheimer, ai disabili mentali in una situazione in cui si fa sempre più labile il confine tra sanità e sociale. Una situazione in cui agli operatori è richiesta sempre maggior professionalità e attenzione ad aspetti burocratici e amministrativi molto più impegnativi, mentre le risorse, cioè i soldi, sono sempre gli stessi se non meno.

Le ombre sono state rappresentate da certi interventi infarciti di numeri di leggi, di acronimi di enti o strutture, di gerghi specialistici comprensibili solo agli addetti ai lavori, che hanno punto contribuito a gettare luce su quanto si sta facendo da parte delle strutture pubbliche locali.

È intervenuto anche il direttore generale del San Gerardo, Ambrogio Bertoglio, che ha ribadito la sua volontà di spostare  al più presto tutto ciò che rimane in via Solferino nell'Ospedale nuovo: «Nuovo per modo di dire – ha ironizzato – perché è una struttura che ha ormi una trentina d'anni e richiederebbe un centinaio di milioni di euro per il suo ammodernamento».

La senatrice Emanuela Baio Dossi ha ricordato che la sanità deve partire dall'assistenza alla maternità, compresa la prevenzione dell'aborto, fino al diritto a una morte dignitosa mentre Michele Faglia ha sottolineato l'ottimo rapporto di collaborazione che si è sviluppato in questi anni tra l'Amministrazione comunale e le strutture sanitarie pubbliche da un lato e le associazioni di volontariato sociale dall'altro.

Pippo Civati, segretario cittadino dei Ds e consigliere regionale dell'Ulivo, che faceva gli onori di casa, ha ricordato che questa serata era stata organizzata a sostegno della candidatura di Faglia, introducendo l'ultimo intervento di Livia Turco.

Questa, dopo aver ribadito la necessità di costruire una sanità basata sui bisogni della persona, non sul suo reddito o sulla sua residenza,  «Dobbiamo eliminare dal sistema sanitario le disuguaglianze e le inefficienze – ha detto il ministro – Non è più tollerabile l'arroganza di chi, come la Lombardia, si lamenta di pagare per mantenere le inefficienze di tutta l'Italia e poi dire che "le sole cose buone le facciamo noi". Così come non è più tollerabile l'insicurezza sui luoghi di lavoro e non è tollerabile l'idea di avere 21 sistemi sanitari diversi. Non è un orpello ideologico, deve essere un impegno quotidiano».

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