DS a congresso: Brambilla segretario

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Con quasi il 70 per cento dei voti l'ex sindaco di Vimercate è stato confermato alla guida dei Democratici di sinistra di Monza e Brianza, in vista del Congresso nazionale.


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Con quasi il 70 per cento dei voti l'ex sindaco di Vimercate è stato confermato alla guida dei Democratici di sinistra di Monza e Brianza, in vista del Congresso nazionale.

Si è concluso con la riconferma di Enrico Brambilla a segretario, il secondo Congresso provinciale dei Democratici di sinistra. Le assise Ds di Monza e Brianza, che si sono svolte sabato e domenica scorsi al cinema Capitol di Monza, erano state convocate in preparazione del congresso nazionale di fine aprile che dovrà sancire lo scioglimento del partito in vista della creazione del Partito Democratico.

Brambilla ha sottolineato che questo congresso si era svolto «a distanza di poco più di due mesi da quello fondativi della Federazione di Monza e Brianza, ma in un contesto che nel frattempo si è significativamente mutato».

La crisi di governo improvvisa con l'allargamento all'Italia di Mezzo di Follini, quasi impercettibile sul piano numerico ma politicamente significativo della non autosufficienza dell'originaria coalizione di centro-sinistra: la crisi sul piano del "sentimento" dell'elettorato, tra cui è diffusa l'idea di una precarietà del governo: la crisi della casa delle libertà, in occasione del voto fa per il rifinanziamento della missione in Afganistan, evidenziano la velocizzazione di processi di riorganizzazione del quadro politico dagli esiti tutt'altro che scontati.

Secondo Brambilla «tutte e tre le mozioni in discussione appaiono datate», e ciononostante il congresso «pare necessario ed urgente, e bene si è fatto quindi a mantenerlo in agenda».

Riaffermata la scelta verso un sistema bipolare, Brambilla ha confermato che in quel contesto va riaffermata «la collocazione chiara nell'ambito della coalizione di centro-sinistra, rispetto alla quale non sono assolutamente attuali ipotesi modificative che non siano di puro allargamento».

Forza di governo per riformare il Paese I Ds si sono fatti promotori della riforma di alcune rigidità della società e dell'economia, «che si erano trasformate in ingiustificate rendite di posizione a danno del cittadino consumatore. Occorre porre mano con coraggio alla questione previdenziale senza stravolgimenti ma proseguendo le scelte fatte in passato, correggendo l'iniquità dello scalone ma rivedendo i coefficienti di adeguamento, rilanciare sul federalismo fiscale, che corrisponde ad un'idea di democrazia decentrata e partecipata, con diversi livelli di responsabilità».

Per fare queste e molte altre cose è necessaria la nascita di una nuova forza politica, il Partito democratico, che fondendo culture politiche ed esperienze storiche diverse dia rappresentanza politica unitaria al riformismo italiano.

«L'obiettivo non è mettere insieme pezzi di ceto politico e chi riduce l'operazione a questo è quantomeno ingeneroso; dar vita ad un nuovo soggetto riformista, è stata la bussola che ha ispirato il partito dalla nascita del PDS fino ad oggi ed è stata la stessa fonte ispiratrice dell'Ulivo, che fin dall'inizio non fu pensato solo come alleanza elettorale».

In Brianza ai congressi hanno partecipato 1118 iscritti, circa 250 in più rispetto al congresso nazionale precedente nonostante i Ds fossero reduci da un precedente recentissimo congresso che aveva permesso la strutturazione della federazione. Poi Brambilla è passato a esaminare la situazione dei Comuni che stanno andando al voto: oltre a Monza, Lissone, Meda, Lesmo, Carnate.

«Se a Monza, Meda e Carnate il quadro è positivamente definito rimane qualche problema a Lesmo e Lissone dove contiamo comunque di riuscire a presentare L'Ulivo» e ha concluso con un appello: «La sinistra (il centro sinistra) non deve frantumarsi dividersi scindersi in inutili rigagnoli. Lo ripeto da anni. Bisogna pensare al paese, al popolo, ai bisogni dei meno dotati economicamente».

Per la mozione Mussi è intervenuta Annarita Santanera, che ha confermato l'intenzione della minoranza di sinistra di non partecipare alla  Costituente per il PD: «Ci ritroveremo a sostegno del governo e in tante altre battaglie – ha affermato – ma prenderemo strade diverse»: nel suo intervento a sostegno della mozione Angius, Loris Maconi ha confermato che resterà nel partito perché, ha detto, «è necessario cambiere la politica, non solo i contenitori della politica».

Al termine del dibattito, nel quale sono intervenuti i sostenitori delle tre mozioni, Brambilla è stato riconfermato segretario con 220 voti favorevoli, 12 contrari e 58 astenuti.

Il congresso è stato chiuso con l'intervento del segretario di Monza, Pippo Civati, che ha esordito con una parafrasi del Giulio Cesare di Shakespeare. «Non è colpa delle stelle, ma nostra, se servi siamo» citando le parole di Cassio a Bruto, «mentre stavano cercando di costruire il partito democratico ai tempi di Giulio Cesare, con metodi forse un po' troppo decisi, se non efferati». E ha chiarito i termini della metafora: «Non è colpa delle stelle, ma nostra, se stiamo cercando di dare ancora una definizione alla lunga transizione della Sinistra italiana iniziata ormai più di quindici anni fa e se abbiamo perso numerose occasioni, in questi anni, per affrontare il tema della militanza e della partecipazione, in una società che cambia: anzi, è già cambiata. E noi, dietro, affannati, a rincorrerla».

Il tema sul tappeto è chiaramente è quello della riforma della politica: strumenti di partecipazione, di confronto, le primarie come metodo, come i "campioni di democrazia", quel campione selezionato tra gli elettori delle primarie che si è confrontato con Faglia, una settimana fa, per discutere con lui di scelte e di priorità. «Ma è anche quello della sua rappresentanza, delle scelte dei dirigenti e dei nostri rappresentanti con modalità più trasparenti e più chiare – ha detto Civati –  In una parola, più democratiche. E di un Partito capace di affrontare le questioni, ancora troppo lontane, di dove va il mondo, di quali siano gli orizzonti che si aprono e di cui semplicemente parliamo raramente». L'ambiente, la globalizzazione, lo spazio pubblico e il suo declino e la necessità del recupero di una sua dimensione democratica. «La sede di questa ricerca è il Partito democratico» ha affermato Civetti, soprattutto se esso saprà attrarre e rilanciare uno schieramento paralizzato in un complesso di inferiorità «che ha un suo monumento a Milano e in Regione Lombardia. Quasi che fossimo ammaliati,  stregati e incapaci di attivare recettori diversi da quelli che cavalca la destra. Una destra che dopo il tentativo di privatizzare il 118 sembra voler privatizzare anche la nonna. Solo che la nonna, forse, non conviene privatizzarla. Altrimenti l'avrebbero già fatto».

Civati ha chiesto un partito che alla gestione degli umori e delle paure, rispondesse con razionalità e spirito di comunità. «Vorrei un partito che ad una politica di potere, rispondesse con quella politica degli antichi che rende migliori,  "aristeuein" dicevano gli antichi greci, rendere migliori coloro che la fanno e i cittadini che ora si limitano a subirla. E uso parole antiche non a caso, perché mi sembrano le migliori per descrivere il nuovo».

Civati ha ricordato di aver chiesto, un anno fa «di costituire un circolo misto Ds-Margherita aperto ai Cittadini per l'Ulivo e agli elettori. L'associazione che avevo in mente si chiamava "Verso" e, per esteso, "verso il partito democratico". Un anno dopo Fassino ha chiamato così la sua mozione. Poco ci mancò, allora, che fossi additato come eretico, benché la mia volontà fosse semplicemente quella di provare a condividere "quello che saremo", tra qualche mese». Il film in programmazione al Capitol il giorno del congresso era  «Lezioni di volo» e Civati ha ricordato che «l'obiettivo è quello di volare, di volare più in alto. Con stelle più propizie e con la responsabilità del momento storico che stiamo vivendo. Democratici e di Sinistra rimarremo sempre: in un partito più grande, capace di rappresentare tutti i Democratici di Sinistra che si trovano a vivere nel nostro Paese e che da noi si aspettano molto di più».  

 

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