Rassegna stampa di martedì 13 febbraio – locale

La Cassazione mette una pietra tombale sulla Cascinazza
I giudici danno ragione al comune, che ritiene chiusa la decennale vicenda. "Il comune non deve risarcire i danni a Paolo Berlusconi, né restituire le aree"
dal Giornale di Monza del 13 febbraio 2007

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio al convegno "Molta più Brianza" assicura: i fondi per questura e prefettura ci saranno.
Letta: un decreto per "foraggiare" la Provincia
Accolto da una protesta leghista: "giù le mani dalla Brianza", ha rilanciato: qui un'istituzione condivisa e forte
da Il cittadino del 13 febbraio 2007

In pediatria un corso di vernacolo per i piccoli pazienti con i poeti Maria Organtini e Mario Riscaldi
Giovedì, lezione di poesia in corsia
"I bambini mettono in moto la loro fantasia creando originali composizioni nelle quali persiste il dolore"
dal Giornale di Monza del 13 febbraio 2007

 


La Cassazione mette una pietra tombale sulla Cascinazza
I giudici danno ragione al comune, che ritiene chiusa la decennale vicenda. "Il comune non deve risarcire i danni a Paolo Berlusconi, né restituire le aree"
dal Giornale di Monza del 13 febbraio 2007

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio al convegno "Molta più Brianza" assicura: i fondi per questura e prefettura ci saranno.
Letta: un decreto per "foraggiare" la Provincia
Accolto da una protesta leghista: "giù le mani dalla Brianza", ha rilanciato: qui un'istituzione condivisa e forte
da Il cittadino del 13 febbraio 2007

In pediatria un corso di vernacolo per i piccoli pazienti con i poeti Maria Organtini e Mario Riscaldi
Giovedì, lezione di poesia in corsia
"I bambini mettono in moto la loro fantasia creando originali composizioni nelle quali persiste il dolore"
dal Giornale di Monza del 13 febbraio 2007

 

La Cassazione mette una pietra tombale sulla Cascinazza
I giudici danno ragione al comune, che ritiene chiusa la decennale vicenda. "Il comune non deve risarcire i danni a Paolo Berlusconi, né restituire le aree"
dal Giornale di Monza del 13 febbraio 2007

La Corte di Cassazione mette una pietra tombale sul contenzioso della Cascinazza. Un sarcofago nel quale, secondo l'Amministrazione, da 14 anni impegnata in un duello legale con l'Istituto per l'edilizia industrializzata di Paolo Berlusconi, finiscono anche le ambizioni edificatorie del privato. «La sentenza parla chiaro: il Comune non deve risarcire nulla alla Iei, e le aree a suo tempo cedute dal privato con la Convenzione del 1962 sono e restano di proprietà comunale», ha esultato il sindaco Michele Faglia, che si frega le mani per l'inaspettato regalo che i giudici gli fanno alla vigilia di una campagna elettorale che attorno alla Cascinazza vede gli avversari prendersi a cannonate. «La sentenza tra l'altro rende inutili e dannosi le proposte di chi chiedeva di uscire dal contenzioso cedendo al privato aree comunali in cambio della trasformazione in Parco della Cascinazza», ha scandito il primo cittadino, lanciando così un siluro contro uno dei competitori indipendenti, Giampietro Mosca di Insieme per Monza.
A far felice l'Amministrazione sono stati i magistrati della I sezione civile di Cassazione, che hanno respinto il ricorso della società contro la sentenza della Corte d'appello del 2004. Si tratta dell'ultimo grado di giudizio di un processo cominciato il 4 gennaio 1993 davanti al Tribunale di Monza, che ha per oggetto la Convenzione di lottizzazione e le richieste di danni e di indennizzo relative all'area della Cascinazza. La Corte ha rigettato il ricorso principale, ha dichiarato assorbito il ricorso incidentale e ha considerato compensate tra le parti le spese del giudizio. Nelle 86 pagine del dispositivo giuridico, i giudici della Cassazione hanno affrontato la questione sotto ogni punto di vista. Secondo l'avvocato del Comune Ercole Romano, la sentenza è destinata a fare giurisprudenza, e a «cancellare» anche la causa per un risarcimento danni da 600 miliardi di vecchie lire, pendente davanti al Tribunale di Monza, o il ricorso dell'Iei al Consiglio di Stato, relativo alla validità delle salvaguardie urbanistiche.
Cinque i passaggi salienti della sentenza pronunciata dai giudici lo scorso 7 dicembre.
Primo, la Iei non ha mai chiesto la risoluzione della Convenzione stipulata col Comune nel 1962, che quindi non è tenuto a restituire le aree a standard cedute dal privato in forza di tale convenzione. Un passo «pesante», perché negli anni il privato ha trasferito alla città 282.300 metri quadrati, mantenendo la proprietà di 253 mila mq. Inoltre, sempre secondo la sentenza, il privato ha sempre insistito per mantenere in essere la convenzione, trascurando che il Comune gode del potere di pianificare il territorio. Comune che non è inadempiente, rendendo ingiustificate le richieste di risarcimento danni. L'Amministrazione inoltre non ha espropriato alcuna area, di conseguenza non sono giustificate le richieste di indennizzo, mentre la società ha venduto aree industriali edificabili a sud di viale delle Industrie per una volumetria di 100 mila metri quadri, e quindi ha goduto di una compensazione rispetto alla cessione delle aree. «Questa sentenza chiude definitivamente la vertenza Cascinazza, un'area di altissimo valore ambientale, minacciata da pretese edificatorie insostenibili – ha spiegato Faglia – È una vittoria totale che abbiamo conseguito grazie ad una difesa legale altamente qualificata e al meticoloso lavoro degli uffici comunali che hanno ricostruito la vicenda attraverso i documenti d'archivio. La sentenza riconosce la piena titolarità del Comune nel suo potere di pianificazione urbanistica del territorio. Liberato da ogni possibile condizionamento, nelle prossime settimane il Consiglio comunale potrà procedere all'adozione del Piano di governo del territorio. Mi riservo la facoltà di quantificare le spese legali sostenute da Comune nei 14 anni e di chiederne il risarcimento alla Iei». «Credo che i monzesi, aprendo le finestre questa mattina, abbiamo sentito che la città tirava un respiro di sollievo per la sua qualità e per il suo futuro – ha aggiunto l'assessore all'Urbanistica Alfredo Viganò – La sentenza ci conferma, inoltre, che prevale il dovere del Comune di definire strumenti di pianificazione territoriale aggiornati alle novità legislative, cosa che abbiamo fatto e di cui il Consiglio comunale dovrà tenere conto nella discussione del Pgt in corso».

 

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio al convegno "Molta più Brianza" assicura: i fondi per questura e prefettura ci saranno.
Letta: un decreto per "foraggiare" la Provincia
Accolto da una protesta leghista: "giù le mani dalla Brianza", ha rilanciato: qui un'istituzione condivisa e forte
da Il cittadino del 13 febbraio 2007

Proibito parlare di "provincicidio" o di attentato alla vita del nascituro ente. Che, invece, dovrà essere operativo entro i termini previsti. Parola di Enrico Letta, sot­tosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una certezza che l'esponente della maggioranza ha ribadito ieri mattina, durante il convegno «Molta più Brianza per il 2009». «La Provincia di Monza – ha spie­gato Letta – è un impegno che l'attuale Go­verno conferma e che dovrà essere imple­mentato per rendere più facili gli adempi­menti burocratici. C'è da risolvere il proble­ma dell'annualità dei finanziamenti, una questione che ci portiamo dietro dall'istitu­zione delle nuove Province. Dobbiamo dare una sistemata al modo sbagliato con cui le nuove Province erano partite». Per interve­nire in questo senso, ha spiegato Letta, si ri­correrà ad un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Perché poi ci si pos­sa concentrare, ha sottolineato, «sulle que­stioni di contenuto. Provincia, Questura e Prefettura avran­no sede a Mon­za». Sempre scettica sulla voglia di Pro­vincia del Go­verno, in ogni caso, si è dimo­strata la Lega Nord. Uno scet­ticismo che al­cuni leghisti hanno polemi­camente ribadi­to, all'arrivo di Letta nell'Ur-ban Center, al­zando cartelli con la scritta «Governo di si­nistra giù le ma­ni dalla Provin­cia». Tra i prota­gonisti della protesta, l'ex se­natore ed ex sindaco di Laz-zate Cesarino Monti, e Massimiliano Ro­meo, capogruppo della Lega Nord a Monza. Letta ha comunque sottolineato le difficoltà da superare per arrivare bene al sofferto ca­polinea. «Un po' di posti nel settore pubbli­co – ha aggiunto Letta – e l'orgoglio dell'i­dentità di essere Provincia. Troppe Provin­ce sono nate per soddisfare questi due aspetti. Abbiamo esperienze anche recenti di Province costruite male. Qui a Monza, nasce una Provincia con un'indole geogra­fica equilibrata, condivisa e forte». Letta ha ribadito la buona sintonia con tutti i sogget­ti del "tavolo Milano" (Provincia, Comune di Milano e Regione) anche in vista della candidatura dell'expo 2015.

Qui, ci sarà da battere la concorrenza di Smirne e della Turchia. L'esponente di Governo ha infine incontrato Ermes Riva, Marco Viganò e An­tonio Zurlo, segretari comprensoriali Cgil, Cisl e Uil. I rappresentanti sindacali hanno esposto a Letta alcuni casi di crisi di azien­de brianzole, come Nvlstar, Celestica e Alcatel. I tre segretari hanno anche chiesto a Letta Chiarimenti sulla cessione del settore memorie da parte di STMicroelectronics.

 

In pediatria un corso di vernacolo per i piccoli pazienti con i poeti Maria Organtini e Mario Riscaldi
Giovedì, lezione di poesia in corsia
"I bambini mettono in moto la loro fantasia creando originali composizioni nelle quali persiste il dolore"
dal Giornale di Monza del 13 febbraio 2007

Monza –  I piccoli pazienti della Pediatria si trasformano in poeti. Mettendo in versi le loro emozioni e dando sfogo alla loro fantasia con l'ausilio di due poeti in carne e ossa.
  Due giovedì al mese la poetessa Maria Organtini e il poeta e artista Mario Biscaldi fanno visita ai piccoli degenti del San Gerardo coinvolgendoli in questa avventura letteraria. Per chi ha la possibilità di muoversi l'appuntamento è nella saletta giochi, per chi invece è sottoposto a terapie i due poeti vanno direttamente in stanza.
Armati di carta e penna, e di una serie di coloratissimi e umoristici disegni di animali, astronavi e castelli, Maria Organtini e Mario Biscaldi stimolano il lato creativo dei bambini. Con i quali hanno stretto un bel rapporto di amicizia.
I piccoli, che spesso sono costretti a restare in ospedale per un lungo periodo, aspettano con ansia il giovedì dedicato alla poesia.
I due poeti si siedono sulle colorate sedie della saletta giochi o direttamente sul letto del paziente e dopo avergli mostrato il disegno della farfalla, della tigre, del castello dei fantasmi o dell'astronave iniziano a chiacchierare con il bambino.
E a trasformare, insieme al bimbo, il racconto in una poesia.
E per i più piccoli o per gli stranieri non sanno ancora scrivere, basta anche un disegno.
«L'idea è arrivata direttamente dal professor Giuseppe Masera, primario della Pediatria – ha spiegato Maria Organtini – Un'iniziativa simile è già stata sperimentata da un medico del Nicaragua che avvicinava alla poesia gli anziani delle case di riposo per stimolare la loro creatività. La poesia è un mezzo di socializzazione e aiuta a stare meglio. Anche nei bambini malati ha questo effetto benefico. Quando ascoltano i versi che hanno scritto, quasi per magia, la loro fantasia inizia a correre. I componimenti variano a seconda dell'età del paziente ma in tutti abbiamo riscontrato alcuni elementi fondamentali: la presenza di qualche cosa di doloroso a simboleggiare quindi la sofferenza fisica, ma anche di un adulto, il più delle volte il genitore, che li salva. In tutti si riscontra la grande voglia di vivere, di stare bene e di guarire presto».
Al termine della lezione sui volti dei piccoli si scorge quel grande sorriso che all'inizio dell'incontro era solo accennato. Orgogliosi mostrano il loro piccolo capolavoro in versi a mamma e papà. Mentre i due poeti, commossi e soddisfatti, danno loro appuntamento alla lezione successiva.
«Per noi questa esperienza è una grande gioia – hanno commentato – Torniamo a casa felici per aver dedicato del tempo a questi straordinari bambini che in ogni momento della giornata sono nei nostri cuori. Vedendo la loro sofferenza ma anche la loro grande gioia di vivere ci rendiamo conto che i nostri malanni sono piccoli rispetto ai loro».

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