Oltre il muro del carcere di Monza

20070215-carcereVoci di donne recluse nel carcere di Monza: testimonianze tratte da "Il bosco imperfetto" di Fina Quattrocchi e Gianpietro Garoli. 


20070215-carcereVoci di donne recluse nel carcere di Monza: testimonianze tratte da "Il bosco imperfetto" di Fina Quattrocchi e Gianpietro Garoli. 

"Quando ti portano qui dentro, tremi, come una foglia nell'acqua"
                                                                                               Ahsnia, giovane zingara di Sarajevo

"Mi chiamo Isabelle. Ho 25 anni e sono del segno dell'acquario. Sono nata in Columbia, in una bella città…Come tutti ho qualche piccolo difetto. Sono orgogliosa e un po' lunatica e faccio la tosta quando mi tocca di farlo."

"Mi chiamo Sofia, ho 24 anni. Sono nata in una piccola città del Cile…Ho un carattere fortissimo, mi piace scherzare per nascondere i miei problemi….Pensavo che il mondo fosse perfetto, ma mi sbagliavo…Per quanto ho sofferto mi sento addosso cento anni, perché ogni sofferenza rimane nella mente come se fosse ieri…"

"Mi chiamo Ester. Quando dico che sono colombiana, gli occhi dei presenti si gonfiano come quelli di una rana e mi guardano con sospetto… Comincio col parlare dei 35 milioni di abitanti che continuano ad andare avanti e che aspettano una patria libera. Poi vorrei menzionare il nostro premio Nobel per la Letteratura, Gabriel Garcia Marquez. Posso continuare parlando di maestri come Creiff, Caballero, Obregor, Negret, Moralez, Grau, e Fernando Botero…"

"Sono Alba. Avevo pochi mesi quando mia madre si accorse di aspettare mio fratello, così ha iniziato a trascurarmi, forse perché preferiva il figlio maschio! Quando avevo 14 anni mio padre è morto di infarto….così è cominciata la mia sofferenza, non ero amata da mia madre e ancora oggi non riesco a spiegarmi la ragione… Nessun figlio vuole accettare di non sentirsi amato, sapere che una madre non ti ama ti fa sentire un nulla, tu non esisti….."

"Sono Pilar, ho 35 anni…Ho sempre pensato che mio padre fosse un disgraziato, tanto che a 11 anni chiesi a mia madre che lo lasciasse, dopo che la prese a botte. Quella volta era incinta di otto mesi…"

"Il bosco imperfetto"
Queste testimonianze sono tratte da " Il bosco imperfetto", a cura di Fina Quattrocchi e Gian Pietro Garoli, edizioni l'Officina del libro, novembre 2003. Sono voci di donne, di donne recluse nel carcere di Monza che si raccontano. Sono voci di donne al di là del muro, donne dentro, donne frammentate, donne assenti. Ho immaginato i loro volti, ho percepito la loro sofferenza e il loro dolore di madri e figlie negate, abbandonate.

Perché non aprire una finestra?
Diamo loro la possibilità di stabilire un contatto con il fuori, affinché possano uscire dal luogo del nascondimento e dell'annullamento. Diamo loro la possibilità di ascoltare per poi ascoltarsi, affinché trovino il coraggio e la serenità di comunicare le proprie emozioni, le paure, le proprie solitudini troppo rumorose.

Da Itaca a Itaca
Facilitiamo in loro un itinerario di speranza, il ritorno di ciascuno a se stesso, da Itaca a Itaca: Odisseo torna a Odisseo, padrone della propria identità. In questo tempo lento dell'attesa il luogo del naufragio potrà essere meno totalizzante e avverso e, a tutti noi fuori, meno nascosto e oscuro.

E' a queste donne, alle parole che non hanno ancora detto che noi vogliamo dare ascolto. Facciamo in modo che, fra il suono del clangore delle cancellate del loro inferno dantesco tinteggiato della freddezza irrimediabile di quel grigio-cemento dominante del loro tempo perso, si elevi ancora una volta il loro si alla vita. Un grido silenzioso, oltre quelle mura, dove la vita appare negata e tutto sembra perduto.

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